Ecco uno dei problemi più grossi che avrete se deciderete di vivere in Spagna per un po' e avete qualche V nel nome...
Visto che con tutte 'ste ricette qualcuno penserà che vogliamo mettere Universitor all'ingrasso, da oggi cominciamo a smaltire.
Sì, sto parlando di correre. Quella cosa tremenda da cui molti fuggono con le più fantasiose scuse, ma che invece costituisce forse il più facile ed economico dei mezzi per migliorare la propria forma fisica e, perché no, anche la propria salute psichica.
Lo ammetto. Chi scrive è una profonda amante della corsa. Come terapia anti-stress, come attività preventiva per qualsivoglia genere di problema di salute da qui ai miei 90 anni, come mezzo imprescindibile di smaltimento Coca-Cola e alcolici, e poi perché lo faccio da più di metà della mia vita e ormai non posso stare senza.
Quindi. Cominciamo. Ma da dove?
La corsa comincia ben prima della corsa. Prima di tutto, dovete avere la motivazione. Non ne serve un quintale, non serve che decidiate di correre per forza alle 6 di mattina, con -2 gradi, con le All Star ai piedi, o che pensiate di intraprendere un percorso lungo anni durante i quali dovrete sopportare allenamenti quotidiani e solitari prima di poter vedere dei cambiamenti.
State tranquilli. Non fate troppi programmi che per quello ci sarà tempo.
Il pregiudizio più radicato, non solo per non correre, ma per non fare movimento, durissimo a morire è: non ho tempo. Ecco. Il tempo dovete trovarlo da soli!
Seconda scusa: alla sera sono stanco/a, alla mattina già mi sveglio presto, vuoi mica che vada a correre?! Del perché o del come diventare un runner mattiniero, parleremo più avanti. Anche se i runners giurano che ognuno corre come vuole, semplicemente, naturalmente.
Dice "Regà, sto senza 'na lira...".
Dice "Oh oggi proprio nun me va...".
Dice "In frigo solo du ova e du pomodoretti...".
Tiè! Datti da fare!
Ingredienti per 1 persona
Due uova (magari fresche, se no pazienza)
Due pomodorini ciliegino
Mezzo cucchiaio di olio EVO
Un pizzico di sale
Un pizzico abbondante di origano
Versate l’olio nel tegamino, spezzettate i pomodorini e aspettate SOLO che cominci a muoversi l’olio mentre si riscalda intorno ad essi. Metteteci le uova, facendo attenzione che non si rompano i tuorli. La fiamma dev’essere vivace, né troppo forte nè troppo moscia. Salate. Man mano che cuoce l’albume, aiutandovi con la forchetta, muovetelo un po' per farlo cuocere ovunque, lasciando semicrudo il tuorlo, che NON deve rompersi. Qualche secondo prima che l’albume sia tutto cotto, spolverizzate l’origano. E mangiatelo col pane!
Da oggi Universitor, con la collaborazione di Francesco Carlea, gestisce una raccolta firme contro i furti nei parcheggi delle facoltà di Tor Vergata. Ci rivolgeremo al Rettore, alla Questura di Roma e ai media televisivi.
Siamo in tanti, facciamoci sentire.
Per firmare la petizione, clicca qui.
Dopo aver firmato, passaparola!
E' il nome dell'encomiabile iniziativa, quest'anno alla seconda edizione, organizzata dall'Officina Culturale Via Libera in collaborazione con la Libreria Giufà, durante la quale saranno presentati 15 libri e autori attraverso reading, interviste, passeggiate letterarie e molto altro ancora.
Tutto nasce dall'idea che leggere per legittima difesa sia ancora la strategia più potente per “restare umani”.
Così per due giorni al Quadraro verranno presentati più di quindici libri e altrettanti autori, uno spettacolo teatrale (Dal sottosuolo - Liberamente tratto da Memorie dal sottosuolo di F. Dostoevskij - di e con Alessandro Porcu), proiezioni video, reading musicali, le interviste “impassibili” di Christian Raimo. Si potrà partecipare ad una passeggiata letteraria per il Quadraro guidata dallo scrittore/attore Alessandro Pera, al laboratorio di cicloscrittura per bambini dagli 8 agli 88 anni con Miriam Dubini. Ci sarà lo stand della libreria Giufà e non mancheranno lettori appassionati e curiosi.
Il programma già molto ricco ma ancora work in progress potete vederlo cliccando qui o visitando la pagina dell'Officina Culturale Via Libera a questo link.
Nota della blogger: andateci voi che potete!
Le grandi rivoluzioni del 900 italiano sono state quelle sociali e hanno avuto come protagoniste le donne e le battaglie delle donne: libertà sessuale (mi chiedo se l’abbiamo ottenuta), aborto, divorzio.
Hanno mutato profondamente le dinamiche collettive, culturali e sociali. Mutamenti ancora in corso, ammettiamolo. Non lo so se sono state metabolizzate completamente dagli uomini, o dalle stesse donne.
Franca Viola, nel 1965, fu la prima donna italiana a rifiutare il matrimonio riparatore, diventando un simbolo della crescita civile dell’ Italia nel secondo dopoguerra e dell’emancipazione delle donne italiane.
All'epoca, la legislazione italiana ammetteva la possibilità di estinguere il reato di violenza carnale, anche ai danni di minorenne, qualora fosse stato seguito dal cosiddetto matrimonio riparatore, contratto tra l’accusato e la persona offesa; la violenza era considerato oltraggio alla morale e non reato contro la persona.
Durante il processo che seguì, la difesa tentò invano di screditare la ragazza, sostenendo che fosse consenziente alla fuga d’amore, la fuitina, un gesto che avrebbe avuto lo scopo di ottenere il consenso al matrimonio, mettere la propria famiglia di fronte al fatto compiuto e che il successivo rifiuto di Franca di sposare il rapitore sarebbe stato frutto del disaccordo della famiglia per la scelta del marito.
Oggi, per puro caso, ho guardato l'intervista rilasciata ieri (23 Novembre) a Che tempo che fa da Anna Marchesini (clicca qui per vederla) e ho pensato che probabilmente molti dei giovani dai 18/20 anni in su di oggi non sanno nemmeno chi è. Ed è venuto il momento di saperlo...
Non starò qui a scrivere tutta la sua vita. Semplicemente consiglio a chiunque la visione su Youtube dei video del Trio, composto da Massimo Lopez, Tullio Solenghi e, appunto, Anna Marchesini, per capire cosa sia veramente un comico e quanto poco ci sia invece di comico nei programmi che ci propinano oggi in tv.
Io sono cresciuta con loro, ed è solo grazie a loro se conosco la storia dei Promessi Sposi, che non ho mai studiato a scuola (non per negligenza mia, ma perché proprio non ce li hanno fatti fare). Capirete il perché da Youtube.
Anna Marchesini è affetta da anni dall'artrite reumatoide, una malattia degenerativa contro cui si può fare ben poco, ma ciò che colpisce non è tanto il cambiamento fisico avvenuto per causa della patologia, quanto la vitalità che, malgrado questo, trasuda da ogni parola che lei dica. Emblematico il suo definirsi "interessata, appiccicata, morbosamente ghiotta, obesa di vita" di ieri. Un esempio che non so quanti di noi sarebbero in grado di seguire.
Quindi, traendo insegnamento da lei e tentando di prendere la vita con una risata, ecco un piccolo assaggio:
Oggi mi è venuto lo sconforto. E ho deciso che però stavolta lo rendo pubblico.
Sono quasi cinque anni che faccio parte di Universitor e una situazione come questa non l’avevo mai vissuta, e soprattutto non credevo di doverla vivere.
Universitor è un’associazione dalle potenzialità infinite, ma che di questo passo resteranno nel cassetto delle “potenzialità” e non si tradurranno mai in qualcosa di concreto. Perché? Perché non è facile, come quasi tutto nella vita, e perché non è facile se dietro ad ogni iniziativa non ci sono abbastanza persone attive, sveglie, affidabili, con voglia di darsi da fare anche col rischio di non farcela sempre e con la consapevolezza che ciò che ne riceveranno in cambio non saranno di certo soldi, ma magari qualcosa che vale anche di più.
Bene, il quadro che mi si presenta davanti agli occhi oggi è l’esatto opposto. Mi baso sui fatti. Nessuno risponde ai nostri post su Facebook, nessuno risponde ai nostri inviti quando chiediamo una mano o anche semplicemente delle proposte o delle critiche, né tanto meno nessuno si propone spontaneamente di far parte di questo gruppo che, credetemi, non è composto né da mostri mangia uomini né da manager anziendalisti. Siamo tutti ragazzi al di sotto dei 30 anni, chi studia e lavora, chi è in Erasmus e scrive dall’estero, chi oggi non ce la fa perché a gennaio ha 5 esami, chi s'è lasciato con la ragazza e chi oggi proprio nun je va.
E probabilmente nessuno leggerà questo sfogo, anche dopo che lo avremo linkato sulla pagina FB, perché in quanti si prenderanno la briga di cliccare, aprire Universitor e leggere tutto? Sono pessimista? Sì, lo ammetto. Ma ho un po’ di prove a mio favore.
Non posso e non voglio credere che tra quei 9268 iscritti non ce ne siano 3, 4, 5 disposti a darci una mano anche solo con la loro opinione, anche solo con un paio di mail al giorno, anche solo per aiutarci a moderare il forum, o a promuovere iniziative per l’ateneo, o a uscire a farsi una pizza con noi una sera. Non ci voglio credere. Non è possibile.
Ingredienti per 2 persone
1 peperone
1 melanzana
1 zucchina
1/2 cipolla
1 patata media
1 carota
7/8 pomodori ciliegino
cous cous QB
olio EVO QB
sale QB
burro QB
acqua QB
vino bianco QB
burro QB
Tagliuzzate tutte le verdure nella forma che più gli si addice: peperone, melanzana e patata a tocchetti, zucchina e carota a rondelle, cipolla tritata, pomodorini a metà. Mettete tutto a soffriggere in una padella capiente con olio caldo, un pizzico di sale e un po' di vino bianco. Affinché la cottura delle verdure sia omogenea e non si brucino, versate dell'acqua nella padella e lasciate cuocere a fuoco medio per almeno una mezz'oretta, rigirando di tanto in tanto, finché l'acqua non è evaporata quasi del tutto. Durante la cottura, aggiungere curry a piacimento (considerando che ne basta poco per sentirne già il sapore). Se l'acqua evapora prima che le verdure si siano ammorbidite per bene, aggiungetene dell'altra, oppure un altro po' di vino.
Quando le verdure sono pronte, mettete a bollire l'acqua per il cous cous. ATTENZIONE: generalmente, la dose per 2 persone è 1 bicchiere d'acqua x 1 bicchiere di cous cous. Ma un bel bicchiere eh... Di quelli per l'acqua insomma. Comunque è un'indicazione che troverete sicuramente anche sulla confezione.
Quindi. Mettete a bollire 1 bel bicchiere d'acqua. Quando bolle, aggiungete sale e un filo d'olio, versateci dentro il cous cous e cominciate a girare in modo tale che assorba tutta l'acqua e si ammorbidisca. Dopo 5 minuti, aggiungete una noce di burro e continuate a mescolare finché non si è sciolta del tutto.
A questo punto, a voi la decisione: servirlo separato dalle verdure, o già mischiato?
Non vi preoccupate: è buono in ogni caso!
Accade a Madrid che comincio a frequentare, con circa un mese di ritardo rispetto all’inizio delle lezioni, il corso di “Ergonomía y Deporte” all’università. Mi presento, avviso la professoressa che sono italiana e che quindi magari mi perderò qualche frase per strada, e via. Scopro che, anziché studiare un libro o una dispensa come si fa di solito, dobbiamo organizzare delle ricerche di gruppo sui temi che compongono il programma, condividerne i risultati con tutti gli altri, mettere tutto insieme e così, ottenere una specie di dispensa autoprodotta dagli studenti.
Dico ok. Che ne so come fate qua. Se lo devo fare, lo faccio.
E invece scoppia la protesta. Mailing list tra i compagni corso, lamentele, ma soprattutto raccolta firme portata ai piani alti della facoltà. Perché non è normale che non esista il materiale su cui studiare. Perché non si fa così.
Dico se vabbè, figurati…
L’ultima volta che ho provato a lamentarmi a Roma, ho fatto l’esame 3 volte e alla fine ho accettato un 20.
La faccio breve.
Ci hanno riuniti stamattina. Hanno cambiato il professore. Ci hanno detto che si ricomincerà il programma analizzando i temi più importanti, e che l’esame verterà esclusivamente sugli argomenti analizzati a lezione, considerando che manca poco più di un mese alla fine dei corsi. E se ci sono problemi, chiamateci, ditecelo.
Dico minchia.