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Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne

Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne

Le grandi rivoluzioni del 900 italiano sono state quelle sociali e hanno avuto come protagoniste le donne e le battaglie delle donne: libertà sessuale (mi chiedo se l’abbiamo ottenuta), aborto, divorzio.

Hanno mutato profondamente le dinamiche collettive, culturali e sociali. Mutamenti ancora in corso, ammettiamolo. Non lo so se sono state metabolizzate completamente dagli uomini, o dalle stesse donne.

Franca Viola, nel 1965, fu la prima donna italiana a rifiutare il matrimonio riparatore, diventando un simbolo della crescita civile dell’ Italia nel secondo dopoguerra e dell’emancipazione delle donne italiane.

All'epoca, la legislazione italiana ammetteva la possibilità di estinguere il reato di violenza carnale, anche ai danni di minorenne, qualora fosse stato seguito dal cosiddetto matrimonio riparatore, contratto tra l’accusato e la persona offesa; la violenza era considerato oltraggio alla  morale e non reato contro la persona.

Durante il processo che seguì, la difesa tentò invano di screditare la ragazza, sostenendo che fosse consenziente alla fuga d’amore, la fuitina, un gesto che avrebbe avuto lo scopo di ottenere il consenso al matrimonio, mettere la propria famiglia di fronte al fatto compiuto e che il successivo rifiuto di Franca di sposare il rapitore sarebbe stato frutto del disaccordo della famiglia per la scelta del marito.

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Lei viene? Vittorianesimo is the way!

Oggi volevo rispondere ad una domanda fatta da Silvio Berlusconi, che tutti ancora chiamano presidente, ma non ho ben capito di che, forse del  Milan?

Ad ogni modo i suoi detrattori hanno preso la palla al balzo per dire le solite cose sulla condizione femminile e blablabla vari, ma non voglio parlare di politica, anche perché la campagna elettorale è chiusa bene o male.

Quello di cui volevo parlarvi oggi è appunto: LA CONDIZIONE FEMMINILE... Ma davvero noi dobbiamo ancora parlarne? E la santanché e compagnia bella che si infervorano alla domanda di un giornalista, la stessa di Berlusconi girata ad un pubblico femminile. Sdegno, ignominia, e ovviamente l'immancabile tentativo di svilimento della virilità del giornalista. Ma rispondere con un semplice "Ma sono c***i miei?" Ecco ce ne fosse stata una che gli avesse sbottato in quella maniera, avrebbe voluto dire farsi rispettare, e il rispetto trascende i sessi. Si rispetta una persona, non un sesso. Invece no, tutte pudiche, finte indignate, una gli ha risposto:" sicuramente più di te" della serie: giochiamo a chi ce l'ha più grosso. Il cervello.

"Tocca a noi donne far capire che non si è disponibili sul mercato" è qui l'errore. Azzerare la competitività e contemporaneamente voler combattere il maschilismo all'interno delle istituzioni. Ecco, se uno cominciasse ad essere coerente, sarebbe già un grande passo. Mandano tutta una serie di messaggi a dir poco contrastanti. Ad esempio probabilmente lei alludeva al mercato della carne, io pensavo a quello dell'economia; dove la donna può essere considerata una risorsa, non un controgirello, ma va bene, la finezza di certi personaggi in politica è risaputa.

Ovviamente tutto questo per comunicarci che in realtà è la sinistra ad essere maschilista, ecco il grande messaggio per le donne: parlare di come gli uomini parlano di noi donne. Ma solo io, in quanto uomo, mi sono rotto i cosi detti a sentir parlare di queste cavolate? Solo io penso che tutti possono fare quello che vogliono basta che siano competenti? Certo se a rappresentare le donne sono queste qui, allora il problema di fondo è che si lamentano della loro pochezza di ingegno. E poi, tanto per citare Mina, a me sembrano solo parole.

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Francesca Chiusaroli
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Sabato, 23 Febbraio 2013 12:52
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