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Come riciclare un burro di cacao o lipbalm

Spesso ci ritroviamo ad avere tanti balsami per le labbra e non abbiamo davvero idea di come riusciremo a consumarli tutti.
Un'idea senz'altro molto utile per riciclare i nostri lipbalm è quella di utilizzarli per creare uno scrub per labbra fatto in casa.
Se si ha un burro di cacao stick, con il polpastrello si preleva un po' di prodotto per poi andare a prendere del bicarbonato da massaggiare sulle nostre labbra. Lo stesso procedimento vale per i lipbalm nelle scatoline.
Io consiglio di utilizzare il bicarbonato piuttosto che il sale o lo zucchero, perché è un antibatterico naturale che non altera minimamente il ph naturale della nostra pelle, né la irrita.
Questo scrub è ottimo per mantenere morbide le nostre labbra e ha una funzione molto importante in più rispetto al normale balsamo per labbra, infatti esfolia la pelle eliminando le cellule morte, proprio come un normale scrub per viso o corpo. Al contrario suo, pero' può essere effettuato anche due volte a settimana.

 

http://passionecosmesi.blogspot.it/2013/04/come-riciclare-un-burro-di-cacao-o.html

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Come schiarire un fondotinta liquido

Spesso capita di comprare un fondotinta che apparentemente sembra del colore giusto, poi arriva l'occasione per utilizzarlo e ci si accorge che sul viso l'effetto è diverso ed è troppo scuro per la nostra carnagione.
Lo buttiamo? Assolutamente NO!
Il trucco per schiarirlo è semplice ed efficace: basta aggiungere della crema idratante (ovviamente non colorata) al fondotinta (solo se liquido) e mescolare finché non si è ottenuta la tonalità desiderata. 
Un consiglio in generale è di non usare creme come la Nivea soft, create per essere utilizzate su viso, corpo e mani, ma di prendere quelle creme specifiche per il viso e, nel caso di pelli grasse, quelle opacizzanti oil-free e sebo regolarizzanti.

 

http://passionecosmesi.blogspot.it/2013/04/come-schiarire-un-fondotinta.html

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Come creare una BB cream fai da te

Da tempo ormai siamo invase dalle BB cream, le vediamo ovunque e sempre più brand ne stanno creando di proprie, visto il suo successo.

Ma esattamente, cos'è una BB cream?
Per BB cream in Asia si intende "blemish base cream", mentre in Europa assume il significato di "beauty balm cream". Ha avuto il suo primo successo proprio nei paesi orientali, dove questa crema veniva utilizzata per proteggere la pelle dopo essersi sottoposti ad interventi che prevedevano l'uso di laser, al fine di alleviare i rossori. Da questo utilizzo, poi, sempre più persone hanno deciso di utilizzarla come crema di bellezza quotidiana, per idratare, curare ed eventualmente alleviare i rossori o le imperfezioni della pelle.

La BB cream, infatti, promette di idratare la pelle, proteggerla dal sole ed uniformarla, mascherando eventuali inestetismi.

Se valutiamo davvero i suoi effetti, possiamo capire da soli che una BB cream sarebbe, in pratica, una crema idratante con protezione solare, mischiata ad un fondotinta. E proprio da questo principio si può creare una BB cream, senza bisogno di acquistarla in profumeria.
Uno dei motivi che spinge le persone a comprare queste creme, risiede nel fatto che in un unico prodotto vi sono uniti tre prodotti e di conseguenza vi sarebbe un risparmio economico. Ma non è sempre così, infatti sono in commercio anche flaconcini molto piccoli dal prezzo decisamente elevato.
Per questo il modo semplice ed efficace per creare una BB cream da soli, è comprare il fondotinta che si usa di solito, ma di un tono più scuro, perché andrà poi miscelato con la crema idratante con protezione solare che si preferisce, fino ad arrivare a raggiungere il colore desiderato. Infatti un limite delle BB cream è la scarsità di colori, che spesso portano le ragazze con la pelle molto chiara ad utilizzare creme più scure, o ragazze dalla carnagione olivastra a trovare solamente creme più chiare o troppo aranciate. Chi ha la pelle secca, non avrà problemi nel creare una BB cream fai da te e, soprattutto, non avrà problemi nella tenuta della crema: basterà, infatti, applicare la crema con le dita su viso e collo ed il gioco è fatto, senza alcun bisogno di ciprie o fissanti per il trucco. Questo permette anche a chi ha poco tempo o non ha voglia di truccarsi del tutto, di avere comunque una pelle uniforme e dall'aspetto sano. Leggermente diverso è il discorso per chi ha la pelle grassa, infatti è difficile trovare una BB cream in grado di mantenere la pelle uniforme e dall'effetto matt per tutto il giorno, senza l'aiuto di una cipria. Per questo motivo, nel creare la BB cream, o si mischia al fondotinta (oil-free, adatto per pelli grasse) una crema specifica antibatterica ed anti-imperfezioni, in grado di mantenere la pelle priva di effetto lucido e di farla traspirare correttamente, altrimenti sarà necessario comunque, dopo aver applicato la crema, passare un velo di cipria. Ovviamente si preferisce sempre la prima soluzione, per fare in modo che la pelle respiri correttamente. Per le pelli mature, invece, basterà mischiare al fondotinta la propria crema anti-age tonificante.

 

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PENNETTE AL SALMONE (COSTO: 5-6 EURO)

PENNETTE AL SALMONE (COSTO: 5-6 EURO)

Durata: 30 minuti

Ingredienti per 4 persone:

  • 400 gr di pennette
  • Un barattolo di pomodoro
  • Una confezione di panna al salmone
  • Una scatola di salmone al naturale
  • Olio, sale, prezzemolo qb

Procedimento:

In una pentola mettere l’olio e il pomodoro e far cuocere per circa 20 minuti aggiungendo un po’ di acqua sé necessario, a fine cottura aggiungere la panna al salmone e il sale quanto basta.

Portare ad ebollizione l’acqua salata per la cottura della pasta e scolare le pennette al dente.

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Commenti recenti
Silvia Lovati
Mitico chef Brutus!
Sabato, 23 Novembre 2013 11:38
Paolo Tagliaferri
Aahahaha! Ti ho fatto venire l'acquolina in bocca???!!!
Giovedì, 05 Dicembre 2013 22:28
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Diario di una presidentessa demoralizzata

Oggi mi è venuto lo sconforto. E ho deciso che però stavolta lo rendo pubblico.

Sono quasi cinque anni che faccio parte di Universitor e una situazione come questa non l’avevo mai vissuta, e soprattutto non credevo di doverla vivere.

Universitor è un’associazione dalle potenzialità infinite, ma che di questo passo resteranno nel cassetto delle “potenzialità” e non si tradurranno mai in qualcosa di concreto. Perché? Perché non è facile, come quasi tutto nella vita, e perché non è facile se dietro ad ogni iniziativa non ci sono abbastanza persone attive, sveglie, affidabili, con voglia di darsi da fare anche col rischio di non farcela sempre e con la consapevolezza che ciò che ne riceveranno in cambio non saranno di certo soldi, ma magari qualcosa che vale anche di più.

Bene, il quadro che mi si presenta davanti agli occhi oggi è l’esatto opposto. Mi baso sui fatti. Nessuno risponde ai nostri post su Facebook, nessuno risponde ai nostri inviti quando chiediamo una mano o anche semplicemente delle proposte o delle critiche, né tanto meno nessuno si propone spontaneamente di far parte di questo gruppo che, credetemi, non è composto né da mostri mangia uomini né da manager anziendalisti. Siamo tutti ragazzi al di sotto dei 30 anni, chi studia e lavora, chi è in Erasmus e scrive dall’estero, chi oggi non ce la fa perché a gennaio ha 5 esami, chi s'è lasciato con la ragazza e chi oggi proprio nun je va.

E probabilmente nessuno leggerà questo sfogo, anche dopo che lo avremo linkato sulla pagina FB, perché in quanti si prenderanno la briga di cliccare, aprire Universitor e leggere tutto? Sono pessimista? Sì, lo ammetto. Ma ho un po’ di prove a mio favore.

Non posso e non voglio credere che tra quei 9268 iscritti non ce ne siano 3, 4, 5 disposti a darci una mano anche solo con la loro opinione, anche solo con un paio di mail al giorno, anche solo per aiutarci a moderare il forum, o a promuovere iniziative per l’ateneo, o a uscire a farsi una pizza con noi una sera. Non ci voglio credere. Non è possibile.

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Cous cous di verdure

Cous cous di verdure

Ingredienti per 2 persone

1 peperone
1 melanzana
1 zucchina
1/2 cipolla
1 patata media
1 carota
7/8 pomodori ciliegino
cous cous QB
olio EVO QB
sale QB
burro QB
acqua QB
vino bianco QB
burro QB


Tagliuzzate tutte le verdure nella forma che più gli si addice: peperone, melanzana e patata a tocchetti, zucchina e carota a rondelle, cipolla tritata, pomodorini a metà. Mettete tutto a soffriggere in una padella capiente con olio caldo, un pizzico di sale e un po' di vino bianco. Affinché la cottura delle verdure sia omogenea e non si brucino, versate dell'acqua nella padella e lasciate cuocere a fuoco medio per almeno una mezz'oretta, rigirando di tanto in tanto, finché l'acqua non è evaporata quasi del tutto. Durante la cottura, aggiungere curry a piacimento (considerando che ne basta poco per sentirne già il sapore). Se l'acqua evapora prima che le verdure si siano ammorbidite per bene, aggiungetene dell'altra, oppure un altro po' di vino.

Quando le verdure sono pronte, mettete a bollire l'acqua per il cous cous. ATTENZIONE: generalmente, la dose per 2 persone è 1 bicchiere d'acqua x 1 bicchiere di cous cous. Ma un bel bicchiere eh... Di quelli per l'acqua insomma. Comunque è un'indicazione che troverete sicuramente anche sulla confezione.

Quindi. Mettete a bollire 1 bel bicchiere d'acqua. Quando bolle, aggiungete sale e un filo d'olio, versateci dentro il cous cous e cominciate a girare in modo tale che assorba tutta l'acqua e si ammorbidisca. Dopo 5 minuti, aggiungete una noce di burro e continuate a mescolare finché non si è sciolta del tutto.

A questo punto, a voi la decisione: servirlo separato dalle verdure, o già mischiato?
Non vi preoccupate: è buono in ogni caso!

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Pamela De Ioris
Uno dei piatti salutari di Lova...viva le verdure!! Ah, guai a voi se buttate quello che avanza. Il giorno dopo è ancora più buon... Leggi tutto
Martedì, 26 Novembre 2013 22:59
Silvia Lovati
Uno dei POCHI piatti salutari di Lova...
Mercoledì, 27 Novembre 2013 17:24
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Madrid come Helsinki

Accade a Madrid che comincio a frequentare, con circa un mese di ritardo rispetto all’inizio delle lezioni, il corso di “Ergonomía y Deporte” all’università. Mi presento, avviso la professoressa che sono italiana e che quindi magari mi perderò qualche frase per strada, e via. Scopro che, anziché studiare un libro o una dispensa come si fa di solito, dobbiamo organizzare delle ricerche di gruppo sui temi che compongono il programma, condividerne i risultati con tutti gli altri, mettere tutto insieme e così, ottenere una specie di dispensa autoprodotta dagli studenti.

Dico ok. Che ne so come fate qua. Se lo devo fare, lo faccio.
E invece scoppia la protesta. Mailing list tra i compagni corso, lamentele, ma soprattutto raccolta firme portata ai piani alti della facoltà. Perché non è normale che non esista il materiale su cui studiare. Perché non si fa così.

Dico se vabbè, figurati…
L’ultima volta che ho provato a lamentarmi a Roma, ho fatto l’esame 3 volte e alla fine ho accettato un 20.

La faccio breve.
Ci hanno riuniti stamattina. Hanno cambiato il professore. Ci hanno detto che si ricomincerà il programma analizzando i temi più importanti, e che l’esame verterà esclusivamente sugli argomenti analizzati a lezione, considerando che manca poco più di un mese alla fine dei corsi. E se ci sono problemi, chiamateci, ditecelo.

Dico minchia.

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FAQU - Frequently Asked Questions Universitor

FAQU - Frequently Asked Questions Universitor

Ma che è Universitor?!

Molti di voi si saranno fatti questa domanda notando il logo in qualche volantino appeso in bacheca o buttato qua e là tra i banchi delle facoltà.
E la stessa domanda me la sono fatta anch'io durante il mio percorso accademico, quando mi sono resa conto che le mie giornate da studentessa fuori sede erano sempre le stesse.
Lezione. Panino. Lezione. Biblioteca. Casa.
 
Un giorno mi sono chiesta se fosse stato possibile affrontare lo studio in maniera leggermente diversa, dedicando le mie pause a sperimentare qualcosa di nuovo e, meglio ancora, di utile per l'università in cui trascorrevo e trascorro gran parte delle mie giornate.
Ecco, questo è Universitor.
Da quel giorno sono passati esattamente due anni e da due anni sono una socia orgogliosamente attiva di questa associazione.
 
Universitor è un mondo fatto di studenti che hanno voglia di mettersi in gioco, di aiutare altri studenti, di vedere che faccia ha il Preside di Facoltà, di scoprire cosa uno studente può fare oltre a seguire lezioni, fare esami, studiare e prendere il caffè alla macchinetta.
 
 
Si, ma che fate di concreto??
Gestiamo il portale www.universitor.it, attivo da 13 anni, dove ci sono sezioni estremamente utili per studiare come quella delle domande d'esame o il forum, oppure degli appunti.
Consultare e arricchire il sito è la sostanza stessa del sito e questo vale sia per chi lo gestisce sia per chi lo utilizza per studiare.
Un socio deve capirne l'importanza, altrimenti è come fare un buco nel'acqua.
Inoltre,ci vediamo tutti insieme un volta al mese per la consueta riunione e ci sentiamo spesso attraverso la nostra mailing list - Vinavil - che è appunto il collante di tutti i soci.
Siamo tutti studenti di Tor Vergata (unico requisito per entrare in associazione), pertanto tutti studiamo e tutti seguiamo le nostre attività nel tempo libero, senza vincoli, obblighi e costrizioni!
 
 
E dove sta il divertimento?!
Organizziamo insieme eventi che spaziano dall'offrire la colazione agli studenti a corsi gratuiti di qualsiasi genere nelle aule dell'università, con tanto di autorizzazione e benedizione da parte dei Presidi di tutto l'ateneo.
Avere spirito di gruppo è importante e quando il gruppo funziona vuol dire che lavora bene e raccoglie gran belle soddisfazioni.
 
 
Ma che devo fare per entrare in Universitor?!
Niente. Devi scriverci una mail ad Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e dirci che vuoi conoscerci, che devi studiare ma che vuoi prendere parte ad un progetto utile e costruttivo per il tuo percorso accademico, ma anche di vita.
Ti accoglieremo a braccia aperte!
 
 
Universitor ha una sede?
Si.
Si trova nella Facoltà di Ingegneria, Edificio Didattica, 1° piano, auletta 18 (la prima a sinistra dopo la scalinata difronte al Focal Point).
Non abbiamo orari prestabiliti, ci siamo quando possiamo quindi chi vuole passare a trovarci è meglio se ci avverte prima, altrimenti rischia di trovare la porta chiusa.
 
 
Ma come si pronuncia Universitor?
Univérsitor? NO!!!!
Universitòr?? NEANCHE!
Si dice Universìtor, con l'accento sulla seconda i!!
 
 
Vabbé, insomma. Abbiamo bisogno di te!!
Si, proprio tu che sei entrato sul nostro sito ed hai letto tutto l'articolo con curiosità.
Scrivici. 
Poi quando arriverà il momento di lasciare l'associazione ti renderai conto che questa è stata una delle mail più costruttive che abbia mai inviato in vita tua..
 
Ti aspettiamo!!!
 
 
Pam
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Educazione digitale: Hello, world!

hello_world

Hello, world! (in italiano “Ciao, mondo!”) è una locuzione riferibile all’informatica: è infatti la scritta stampata a video dal primo programma di esempio scritto in linguaggio C all’inizio del libro Il Linguaggio C (ISBN 887192200X) degli informatici Brian Kernighan e Dennis Ritchie. La versione corrente non è quella originale: all’inizio il testo era semplicemente “hello, world”, senza maiuscola e punto esclamativo, che sono entrati nella tradizione solo in seguito.
Il programma non fa nient’altro che mostrare in output sul monitor questa scritta, ed è stato ripreso nella didattica di molti altri linguaggi come primo esempio di introduzione al linguaggio in esame.
È ormai uso comune che la prima operazione effettuata da un qualunque nuovo dispositivo elettronico o informatico all’atto della sua presentazione sia far comparire sullo schermo quella frase.

Da it.wikipedia.org, voce relativa.

Il volume di Kernighan e Ritchie The C programming language (1978), è anche un modello dello stile “breve” illustrativo, come si legge nella prefazione alla seconda edizione (1988):

We have tried to retain the brevity of the first edition. C is not a big language, and it is not well served by a big book. We have improved the exposition of critical features, such as pointers, that are central to C programming. We have refined the original examples, and have added new examples in several chapters. For instance, the treatment of complicated declarations is augmented by programs that convert declarations into words and vice versa. As before, all examples have been tested directly from the text, which is in machine-readable form.

Appendix A, the reference manual, is not the standard, but our attempt to convey the essentials of the standard in a smaller space. It is meant for easy comprehension by programmers, but not as a definition for compiler writers—that role properly belongs to the standard itself. Appendix B is a summary of the facilities of the standard library. It too is meant for reference by programmers, not implementers. Appendix C is a concise summary of the changes from the original version.
— preface to the second edition

Il libro è noto al pubblico con la sigla K&R, dalle iniziali degli autori.
Insieme ai contenuti, ha avuto il merito di fissare per sempre la formula di presentazione/benvenuto dell’operazione informatica da un qualunque dispositivo.

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Cose che ho capito nel mio primo mese fuori dall'Italia.

Cose che ho capito nel mio primo mese fuori dall'Italia.

Ma soprattutto cose che ho capito nel mio primo mese a Madrid.

Ho capito che qui si pranza alle 3 e si cena alle 10. Ma in realtà, tra le 12 e mezzanotte puoi mangiare sempre. Basta che tu abbia fame. Anzi, tra le 12 e mezzanotte puoi anche mangiare continuamente balzando di locale in locale, non si stupirà nessuno.

Ho capito che gli astemi che vivono in Spagna sono destinati ad una vita di emarginazione sociale. Quindi se sei astemio forse la Spagna non è il miglior posto dove tu possa vivere. Se poi sei anche vegetariano, sparati che fai prima.

Ho capito anche che, tutto sommato, non ci vuole poi tanto ad aprire solo la porta davanti degli autobus, in modo che TUTTI siano obbligati a timbrare il biglietto mentre salgono. Perché se non hai il biglietto, oltre che essere disonesto, fai pure ‘na gran figura demmerda perché se ne accorgono TUTTI.

Poi ho capito che non ci vuole tanto nemmeno a montare dei banalissimi pedali davanti alle panchine, così che anche il vecchietto che va al parco per leggere, abbia lo stimolo a farlo mentre muove un po’ le gambe quasi senza accorgersene. Di certo non correrà mai la maratona, ma magari sarà quel tanto che basta per non incriccarsi del tutto. GRATIS, al parco.

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