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Vie de jeune prof #2

Occhiolino
Sorpreso

Eccomi di ritorno con le mie avventure (ero sparita per un po' perché ci sono state due settimane di vacanze )!

Un breve ma simpatico aneddoto che ha a che fare con la traduzione letterale da una lingua all'altra (come molti sanno non è il metodo migliore e io stesso ho sperimentato che si possono fare anche delle figuracce!).

Martedì 12 marzo (il giorno del ritorno a scuola, la rentrée in francese - uno dei casi in cui in italiano manca una traduzione altrettanto 'efficace'):

Ero in classe con i miei alunni di una delle première (età 16-17) in cui ci sono 18 ragazzi e 3 ragazze (...!) che dovevano intervistare il compagno di banco riguardo l'hobby della lettura. Avevo preparato un'intervista, mi sembrava un'attività simpatica e abbastanza stimolante per l'espressione orale... io stavo circolando tra i banchi per vedere se avessero bisogno di aiuto ("Comé si discé ... in italianò?")... ad un certo punto uno dei migliori della classe alza la mano e mi chiama...

"Signora... vous pouvez venir un moment?"

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Francesca Chiusaroli
#discriminazione di #genere attraverso il #linguaggio. Anche in Italia sarebbe abolito il "signorina", discriminante per l'incongr... Leggi tutto
Domenica, 17 Marzo 2013 19:40
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French do it better… scritture brevi: LOL vs MDR!

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[Palla a me! Grazie Jamila!]

Chi mi segue qui sul blog (chi?!) saprà che vivo in Francia (Vie de jeune prof #1), quindi potrete immaginare il mio contatto quotidiano con la lingua francese. Beh, non mi è ancora capitato di sentire "LOL" dalla bocca di qualcuno come è successo ad una mia amica, ma ho letto svariatissime (superlativo ridondante d'obbligo) volte l'equivalente francese di LOL. E se la versione inglese può significare due cose (lots of laughs o laughing out loud) che entrambe riconducono all'idea delle 'grasse risate' italiane, quella francese non è assolutamente 'ambigua': MDR vuol dire "mort de rire".

E i francesi lo scrivono in continuazione, anche quando non c'è realmente qualcosa per cui si possa "morire dalle risate". Ma si sa, so gggiovani e ridono di ogni cosa.

Quindi ora facciamoci una risata anche noi, giovani e un po' meno giovani. Una ragazza italiana incontrata qui credeva inizialmente (e ingenuamente) che MDR fosse un'abbreviazione, senza vocali, di una parola meno gentile, che si usa altrettanto spesso nella vita francese di tutti i giorni. Se non fosse che, riflettendo attentamente, le consonanti di MDR e M_RD_ (pensate voi ad aggiungere le vocali!) non hanno lo stesso ordine.

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Vie de jeune prof #1

Occhiolino
Risatona
Fico
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Come avevo cominciato il mio primo post (http://www.universitor.it/blog/entry/ah-che-ricordi.html)? Lamentandomi, a ragion veduta, di non avere capacità 'intitolative' (e dopo aver inventato e scritto questa parola sono certa che dubiterete anche delle mie conoscenze della lingua italiana, ma siate clementi!). Tuttavia per la rubrica che ha appena visto la luce non ho avuto dubbi ("E meno male!" mi viene da pensare, visto che sarà un appuntamento abbastanza fisso nel blog). 

Avevo promesso che vi avrei raccontato della mia avventura e sono certa che non stavate nella pelle!  

Sveliamo la verità: da 'qualche' mese abito in Francia dove sto lavorando come assistente di lingua italiana in due licei e per riassumere il mio entusiasmo non posso fare altro che smettere di scrivere per un attimo... salire in piedi sulla scrivania... fare un balletto e tornare a scrivere (non l'ho fatto veramente - ho una dignità! Ma ammetto di aver esitato...). No davvero, 'da grande' vorrei insegnare quindi potete immaginare quanto questa esperienza conti per me, vivo su una nuvoletta rosa in Francia...

[Potrebbe tornare utile qualche nozione basica sul sistema scolastico dell'obbligo francese: ci sono cinque anni di scuola elementare (école primaire), quattro di scuola media (collège) e tre anni di liceo (lycée). Fate un po' il conteggio...? Eh sì, finiscono un anno prima di noi - quelle chance!
A partire dalla scuola media i francesi fanno il 'conto alla rovescia' per le classi: sixième, cinquième, quatrième, troisième e poi comincia il liceo: seconde, première e terminale quindi i miei alunni di seconde hanno 15-16 anni, quelli di première 16-17 e quelli di terminale 17-18 - così potrete farvi un'idea delle facce (da schiaffi! ) con cui ho a che fare!]

Ma vogliamo veramente cominciare, andando al sodo? Voglio farvi fare qualche sorriso con gli episodi più simpatici che mi capitano, tra una erre moscia e l'altra (desclaimer : non ci sarà nulla di culturale legato all'insegnamento in questo post, perché ho deciso di cominciare con qualcosa di accattivante, se no col cavolo che continuate a leggermi! Che stratega del marketing, eh!?).


Oggi, 19 febbraio:

Durante la lezione con la mia seconde preferita, un'alunna mi dice: "Nicole, posso dirle una cosa?"
Io: "Certo, dimmi pure."
Lei: "Parla troooppo bene francese!"
Io: "Grazie, sei molto gentile!"

Dopo qualche minuto... "Posso dirle un'altra cosa?"
Io: "Sì, dimmi."
Lei: "Sei davvero molto molto bella!"
Io: "Grazie, che carina!" 
Lei: "E' vero, lo pensiamo tutti! Ma i maschi non avevano il coraggio di dirlo!"
 

Di seguito la versione francese originale:

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Sfoghi elettorali #1 Il Movimento a 5 stelle: déjà vu?

Beppe Grillo è stato l'unico capace, in una campagna elettorale fatta di conventions condite da truppe cammellate, di riportare entusiasmo per la politica: vedere le piazze di molte città importanti frequentate da un grande numero di persone non è altro che la dimostrazione che, quando ci sono passione e genuinità, la politica è vissuta intensamente dagli stessi cittadini.

Ma entusiasmo e genuinità bastano per governare un paese?

Sappiamo bene quanto sia difficile saper far funzionare la macchina pubblica e quanto sia quasi proibitivo farlo senza delle precise competenze, ergo siamo sicuri di poterci affidare a dei ragazzi, bravi, onesti, puliti, ma sostanzialmente poco capaci?

Qualcuno dirà che per ovviare a queste lacune ci sono delle strutture costituite ad hoc presso ogni istituzione...sì, verissimo, ma sappiamo anche, in un processo dialettico ideale-reale, che il c.d. personale ausiliare amministrativo è spesso il peggior nemico di qualsiasi politico.

Mi sono sempre risposto che comunque un tentativo potesse essere fatto e che sbagliassi a voler porre certe precondizioni come necessarie: magari, semplicemente, le cose potrebbero andare in un altro modo.

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Enrica Antonini
Senza contare che a me la favola del "gente normale = gente per bene" non mi ha mai convinta.
Lunedì, 11 Febbraio 2013 21:33
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Ah, che ricordi...

Non sono mai stata brava ad intitolare ciò che scrivo. Ma quantomeno ho le idee chiare per quanto riguarda la scelta del carattere e del colore: sono decisamente un tipo da Tahoma, 12, blu. Non nero, per carità. Non mi piace nemmeno scrivere con le penne nere (d'accordo, per le Bic potrei fare un'eccezione - ma questo non vi interessa).

Da dove si comincia? Dalla fine in questo caso. E' passato più di un anno dalla mia laurea magistrale, il momento in cui si è conclusa la mia avventura universitaria a Tor Vergata. "Nessun rimpianto, nessun rimorso" (citando gli 883) ma tanta consapevolezza di aver fatto la scelta giusta, che rifarei senza esitazioni (nonostante ogni tanto decida di avere nuove passioni).
Non raramente ripenso alla 'mia' Facoltà di Lettere e Filosofia che, con la bella stagione, riusciva (riesce?) ad avere un'aura artistica non indifferente (e va bene, lo ammetto: sto pensando ai momenti di relax sdraiata sul prato. Ebbene sì, l'ho fatto anch'io). E dunque, tra i tanti ricordi di
millemila lezioni seguite, innumerevoli pagine di appunti presi nelle posizioni meno comode e più anti ergonomiche del mondo, ricopiati in bella (perché sono un tipo maniacale) e studiati (punto cruciale), ore e ore di attese senza fine davanti lo sportello della segreteria o lo studio di un professore, chiacchiere sulle scomode e gelide panchine di metallo del bar e, last but not least, le crisi di ansia/panico prima degli esami/esoneri in cui credi di perdere anni di vita (indovinate un po'? E' l'unica cosa che non mi manca!) spuntano i visi familiari dei miei ex colleghi (ragazze principalmente, vista la facoltà di provenienza) e dei professori che mi hanno fatto strada, che mi hanno tutti lasciato qualcosa, un arricchimento, una scia positiva (sono un tipo nostalgico, si sarà capito?).

E poi sì, lo ammetto. Appena trovo una scusa più o meno plausibile (ritirare la pergamena di laurea, ad esempio?!) faccio volentieri un salto, destreggiandomi nel parcheggio (che è sempre un incubo, secondo gli orari di punta o meno) e accomodandomi sulle panchine perché ora non c'è più l'ansia di pensare "Sto perdendo tempo, dovrei essere in fila in segreteria/in biblioteca a studiare/fuori lo studio del professore". E così l'università possiamo anche godercela. Avrò un'idea idillica della mia cara vecchia facoltà? Ma sì dai... ce lo possiamo permettere.

A presto allora, devo raccontarvi della mia avventura (creiamo un po' di suspense) ... mi leggerete?


[Dai che domani si inaugura...! ]

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Hello Word


Hello World.
Agli informatici verrà un sorrisetto malizioso. Le due parole inglesi rappresentano storicamente la concretizzazione a schermo dell
a prima operazione effettuata da un qualunque nuovo dispositivo elettronico o informatico all'atto della sua presentazione.

 

 

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La sfida di UniverSiTor

La sfida di UniverSiTor

Ragazzi, UniverSiTor ha bisogno di voi!

Se già condividi la tua esperienza d'esame o segnali qualche notizia che pensi debbano conoscere tutti, grazie!

Il tuo spirito è quello giusto perché un portale come il nostro possa continuare ad essere così utile com'è oggi e abbia la capacità di rinnovarsi. Ma se vuoi unirti a noi un po' più attivamente, potendo dire la tua e collaborando con tutti noi sui progetti che decidiamo insieme di portare avanti e in cui ci rispecchiamo, allora clicca il link qui sotto e scrivici: ti aspetteremo a braccia aperte!

Lascia il segno tangibile del tuo passaggio nell'Università, organizza eventi, partecipa attivamente alla vita del nostro Ateneo, diventa anche tu parte di un punto di riferimento che ha aiutato migliaia di studenti da quasi nove anni a questa parte. Il contributo di tutti è necessario per continuare a fornire i servizi che già conosci ed eventualmente crearne altri, di migliori, di nuovi. Accetta la sfida!


Jou, la voce della Voce degli studenti di Tor Vergata

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Perché questo sito?

Perché questo sito?

Forse quando avete sentito parlare di questo sito vi siete fatti alcune di queste domande, ma la cosa più "grave" è che probabilmente vi siete chiesti il perchè dell'esistenza di un portale sull'Università quando già ne esiste uno ufficiale.

Beh, è presto detto. Noi vorremmo fornire un servizio che sia complementare a quello già esistente, perchè se è vero che l'unione fa la forza, allora forniremo una parte dell'unione così che tutto sia più forte, e il servizio sempre più utile. La nostra prospettiva sarà quella degli studenti... i quali troppo spesso non riescono ad orientarsi nell'oceano universitario tra temi d'esame, gli appunti, i professori, burocrazia, il prossimo appello, ... come se mancasse loro qualcosa, un punto di riferimento certo che dia un po' di sicurezza...

Allora l'idea: fornire un servizio mirato ad accompagnare lo studio, un servizio che soddisfi i bisogni primari degli studenti, realizzato dagli studenti stessi (quindi affidabile) e, una volta provato, indispensabile e completamente gratuito!

Noi studenti vogliamo svegliarci, organizzarci, reagire, in una parola... ingegnarci! Navigando qui dentro vi renderete conto di tutto questo e troverete ciò che vi manca compreso ciò di cui pensavate di non aver bisogno; e tutto ciò che vorrete aggiungere, sapere e che pensiate potrà essere utile a tutti o quasi, potrete dircelo, collaborando con noi fornendo informazioni, voci di corridoio, giudizi, impressioni sul mondo di Tor Vergata, programmi, temi d'esame, vostre esperienze significative... Più persone faranno così e più persone ne trarranno dei vantaggi! Ma è difficile da spiegare, almeno quanto capire il "mestiere" dello studente...

 

Tachis

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