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Only a smile

Sono pochi giorni che mi trovo a Phnom Penh, la capitale della Cambogia e girando per la città posso già riflettere su vari aspetti della vita cambogiana che mi hanno colpito. E' difficile descrivere il tutto in un post, dovreste venire qui per capirlo. Qui tra un caldo torrido di 40 gradi, un ricco cambogiano corrotto che va in giro col suo SUV, una povera donna che chiede l'elemosina al mercato, una bella prostituta del locale che ti si butta addosso manco fossi Brad Pitt, un ragazzo che ti chiede se ti serve un passaggio in motorino per meno di un dollaro, la vita cambogiana va avanti con un incredibile equilibrio nonostante la povertà, le disuguaglianze.Tutto continua come se la miseria non esistesse o comunque se non fosse un male, come se facesse parte della loro vita. Non posso descrivervi la Cambogia dopo solo tre giorni, non voglio ne posso permettermelo, peccherei di arroganza ma quello che più mi ha colpito di questo paese è il sorriso dei cambogiani. Tutti i cambogiani ti sorridono: il ricco, il poliziotto, il mendicante, la signora che cucina per strada, il guidatore del tuk tuk, la vecchia senza denti, la bambina che dorme su un cartone per strada. Tutti i cambogiani soprattutto quelli che non hanno nulla ti fanno il loro regalo più grande: il loro sorriso. Un sorriso bello, vero, profondo, contagioso che se già domani tornassi domani sarebbe il ricordo più bello e vero della Cambogia.

E quindi mi fermo e mi domando: ma noi italiani quante volte sorridiamo? Non ci si può discutere dietro le "scuse" della crisi, l'economia, i soldi, i pensieri perchè la prima risposta sarebbe: i cambogiani che dovrebbero fare allora? Piangere tutto il tempo?
Sorridiamo di più durante la nostra giornata, al lavoro, all'università, nel traffico. Sembriamo sempre arrabbiati con tutti e contro il mondo ma gli altri che ci hanno fatto? Nulla! Ma se una persona mangia vicino a noi nemmeno un sorriso mentre qui in Cambogia puoi mangiare insieme a sconosciuti e un sorriso non è negato a nessuno, nessuno ripeto. Quante volte mi sono ritrovato all'università con gente che magari conosci o ci hai parlato ma poi quando ti rivede non ti degna nemmeno di un saluto. Io ho sempre mandato un sorriso, gratuito e semplice, a volte senza essere ricambiato. Non lo dico con rancore, anzi. Ma vivendo qui penso che un sorriso in più possa solo fare bene e ci faccia dimenticare per un semplice secondo i nostri problemi (quali problemi rispetto alla miseria che a volte, non sempre, vedo qui).
Iniziamo a farlo tutti: nella nostra quotidianità, con gli sconosciuti, in mezzo al traffico. Non costa nulla. Provateci.
E se proprio non ci riuscite, venite qui in Cambogia e cambierete subito idea. 
Parola di un sorridente convinto.
Essere (non) materialisti
Non parteciperò (Che carattere!)
 

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