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George (the) Best

La scorsa settimana facendo zapping notturno su youtube (la TV ormai è fuori moda) ho (ri)trovato un video tributo a George Best. Molti di voi non lo conosceranno proprio, altri sanno di chi si tratti ma non al 100%. Vi faccio un breve riassunto della sua storia (che potete trovare accuratamente su Wikipedia).
Geroge Best nasce a Belfast nell'Irlanda del Nord nel 1946 e muore a Londra nel 2005 a 59 anni. Ha vinto il pallone d'oro nel 1968 ed è considerato uno dei migliori calciatori del XX secolo.
Possibile che in pochi lo conoscano??? Io, come avrete capito, sono un suo fan e grande estimatore come calciatore e soprattutto come uomo. Ed è di questo che voglio discutere.

George Best è stato davvero uno dei più grandi calciatori ed attaccanti del calcio moderno. Ma rispetto a tutti i grandi campioni aveva un difetto per la gente comune che lo porta a essere esiliato dalle grande storia del calcio. Lui, durante la sua formidabile carriera tra Manchester United e tantissimi gol e assist, aveva una grande passione: vivere la sua vita fino all'eccesso. Adorava le belle donne, le macchine sportive, l'alcol, drogarsi, vivere la vita intensamente. Era capace di presentarsi ubriaco a poche ore dalla partita e poi riprendersi come per magia e segnare gol straordinari (per i più appassionati andate a vedere i suoi gol su youtube). Ma come faceva??? Anche io me lo sono chiesto. Anche io giocavo a calcio e quando tornavo ubriaco il sabato sera, durante la partita della domenica mattina non toccavo un pallone.
Questo suo lato "brutto" è quello che più apprezzato di lui come giocatore. Perchè c'è una cosa che condivido della sua storia (non tutto naturalmente): la consapevolezza di essere uno dei migliori e volere lo stesso dimostrare a se stessi che si può superare, andando oltre i suoi (e gli umani) limiti. Voi direte che quello che sto dicendo si riassume con una parola: eccesso. Sì, è vero. Ma l'eccesso fa parte della vita; se se ne fa il giusto uso è la spinta "giusta" che ci tiene vivi e vogliosi di vivere. George Best nonostante sapesse a cosa andava in contro con quello stile di vita, non si è mai fermato. Voleva vivere la sua vita così, nell'eccesso, fino in fondo, per non avere nessun rimpianto. C'è una sua frase che riassume meglio cosa voglio dirvi e cosa per lui rappresentasse la vita:
"Nel 1969 ho dato un taglio a donne e alcol. Sono stati i 20 minuti peggiori della mia vita.
E cosa gli ha portato a George Best questa vita così intensa e "viva"? Alla morte naturalmente! Morì a soli 59 anni per una infezione epatica, risultato della sua vita di eccessi.
Secondo voi si è pentito?
Hanno cercato di strumentalizzare la sua morte attribuendogli frasi del tipo "non morite come me" dette in punto di morte, per trasmettere un messaggio positivo verso i giovani.
Ma noi, tutti suoi fan, sappiamo benissimo che lui quella frase non l'ha mai detta: lui non si è mai pentito della sua vita e di ciò che ha fatto. Ne prima, ne dopo, ne nel punto di morte. Sappiamo benissimo che lui ha sempre visto la vita come qualcosa da vivere al limite, al massimo, spirito che noi tutti (nel giusto modo naturalmente) dovremmo ispirarci.
La vita è breve. Non sappiamo quanti anni ci aspettano davanti. Sicuramente volano rapidi come le nuvole nel cielo. Osiamo. Spingiamoci verso il nostro limite (ognuno ha il suo limite che non vuol dire per forza alcolizzarsi o drogarsi). Sentiamoci vivi, con la speranza che quando arriverà il nostro "momento" (grattatevi, sarà tra moltissimi anni) ci sentiremo come George Best: sereni e liberi, senza rimpianti ne rimorsi

Perchè lui non era il solito campione, era qualcosa di più.
Perchè lui non era il solito genio e sregolatezza, era qualcosa di più.
Perchè lui non era il solito ubriacone, drogato e donnaiolo, era qualcosa di più.

Lui era George (The) Best.

Aspettando il cuore. Ad maiora
La fine di un'era
 

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