Dopo tanta satira, perpetrata anche da me, voglio condividere con voi un bel pezzo di Erri de Luca sulle dimissioni del Papa.
Buona lettura!
Le mie dimissioni sono appunto mie, un atto di libertà pura e personale. Di solito vengono intese come una rinuncia e, al peggio, come una fuga. Al contrario, sono per me un acquisto.
Torno libero di fare quello che mi sta a cuore. La smetto di obbedire a un cerimoniale infinito che m'impugna come un ventaglio e mi agita senza tregua.
Sono stanco? E' la versione ufficiale. Sono invece stufo di occuparmi di affari di Stato. Questo che presiedo è il più piccolo degli Stati, ma pure il più antico. Ha pochi centimetri ma un fracasso di secoli sulle spalle. Sono stufo di occuparmi di questo apparato che mi schiaccia, mi assilla, mi tagliuzza il tempo in un tritato di scartoffie e appuntamenti.
Mi è salito alla gola il grido di Mosè nel deserto: "Ho io partorito tutto questo popolo, forse sono stato io a farlo nascere?" (Numeri 11,12). A Mosè gliel'ha caricato sulle spalle e lui non poteva fare altro che andare sotto il peso di quell'umanità affidata a lui. Stavano nel deserto, non poteva dire: "Mi fermo qui, scendo alla prossima, proseguite voi".