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Si inizia...e inizio anch'io

Quando mi chiedono quali sono gli anni della mia vita che ricordo con più piacere, non ho dubbi: sono quelli dell’Università.

Non fraintendetemi: non è solo perché nella facoltà di Lettere e Filosofia c’erano prati, panchine, palme, gatti, porte a vetri e sole a profusione (sì, quello ha influito nelle lunghe giornate in cui non sapevo come riempire le quattro ore libere tra la lezione di Storia Medioevale e quella di Letteratura Latina, ma non stiamo a sottilizzare...). Li ricordo con piacere perché lì ho trascorso cinque anni splendidi, a studiare cose che mi piacevano, a conoscere gente interessante e a guardare le cose da altri punti di vista.

È stata dura sfatare negli anni con gli amici il mito dell’umanista tutto letteratura spicciola e chiacchiere vuote. Nonostante ancora oggi trovi parecchie difficoltà a risolvere un’equazione o a stabilire quant’è 1/25 di 150, grazie a quegli studi sono cresciuta. Ho conosciuto la linguistica, la filologia, l’antropologia, e me ne sono innamorata. Ma soprattutto ho capito - proprio grazie a quegli studi - che le mie attitudini erano certe e non altre. Che come medico sarei svenuta al primo prelievo del sangue. Che come ingegnere sarei ancora sui libri per il primo esame di Analisi. Che come avvocato - nonostante la parlantina non mi manchi - il mio cliente sarebbe stato condannato perché quasi sicuramente al momento clou mi sarei appigliata al comma sbagliato dell’articolo sbagliato.

Con questo non voglio dire che sia stato tutto rose e fiori: sarebbe ipocrita e piuttosto inverosimile. Ma certamente i lati positivi di quell'esperienza sono stati di gran lunga maggiori di quelli negativi.

Per farla breve, cari Torvergatini, il mio consiglio è: non sciupate questi anni. Anche se dopo sarà dura. Anche se dopo salterete da uno stage all’altro come delle cavallette in tocco e toga. Anche se tra qualche anno rimpiangerete di non aver fatto scelte diverse (perché succederà. Ah, se succederà...).

Difendete la vostra scelta quale che sia e cercate la vostra strada mentre siete ancora sui banchi: dopo forse cambierete rotta una dozzina di volte, ma di tempo per sognare ne avrete - forse - un po’ meno.

Un grosso in bocca al lupo di cuore.

Questi ragazzi non sanno scrivere!
"Scrivete!", ci esorta la Prof! "Sarà fatto!"
 

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