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Fine di un ciclo

Quando mi si dà libertà di scrivere divento profondamente incapace. Se non ho un argomento preciso da trattare, come nel caso di una Tesi, di un saggio o di un articolo, i miei neuroni non si attivano. La sensazione è la stessa di quando hai davanti un biglietto di Natale/compleanno e non sai che scrivere, e non sai che scrivere proprio perchè puoi scrivere tutto. E rischi di essere banale. Per questo devo necessariamente auto-assegnarmi un tema e per me ho scelto la fine della carriera universitaria. La fine di un ciclo. Tra qualche mese mi laureo quinquennale e, se da un lato so che si apriranno nuovi orizzonti (non so quali, ma si apriranno), dall'altro sono anche consapevole che tutto quello che ho vissuto in questi 5 anni nella nostra amata Facoltà di Lettere e Filosofia (che vabbè ora nemmeno esiste più; ora siamo due Dipartimenti...ma questo è un dettaglio) diventerà, come tutte le altre cose belle della vita, un ricordo. Ad essere sincera è da quando ho cominciato a scrivere la Tesi che sento di avere a che fare con qualcosa che ormai appartiene al passato e che pertanto mi sfugge di mano. Ho provato di nuovo a sedermi su quelle panchine e su quel prato che tanto mi rilassa ma non è la stessa cosa. Lo spirito è cambiato. Quando sei alle battute finali, come me, non devi più pensare a come incastrare gli orari che ogni anno, non si sa per quale arcano motivo, peggiorano sempre di più nè a chi affidare il tuo prezioso registratore. Non ha più nessun Professore da osannare perchè ha tenuto una lezione coinvolgente e interessante (in cui il tempo ti è volato) e nessun Professore da annotare nella 'black list' perchè non si capisce quando spiega. Se spiega. Non c'è più nessun collega con cui arrabbiarti perchè ha occupato 20 posti per gli amici e a te non rimane che sederti su di una comodissima e freddissima mattonella. Non senti più l'adrenalina che sale per un esame che incombe. All'improvviso, senza quasi che tu te ne accorga, ti viene a mancare tutto un mondo. Ebbene sì, la nostra cara Università, che per me è sempre stato un interessante luogo di agglomerazione culturale e mai un punto di raccolta per comitiva o peggio ancora una bisca (c'è chi la vive così. Che Dio ce ne scampi!), ora lo posso dire, mi manca e mi mancherà. Detto questo, quindi, non mi rimane che dire "Goodbye Tor Vergata" e "Hello Tor Bloggata". Con la speranza che con questo Blog possa risentirmi, di tanto in tanto, una di voi. E' un'illusione, sì, ma le illusioni, lo sappiamo tutti, aiutano a vivere.


Jamila

 

Tor Protesta
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