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"How will I laugh tomorrow..."

Cade la Balti, la Littizzetto esulta.
So che è tutto preparato/studiato a tavolino, ma non posso fare a meno di pensare che sia una donna estremamente complessata se, per ragioni di "comicità", debba ripiegare sulla caduta di una ragazza più bella di lei.

A volte mi domando quale sia il pubblico di riferimento e quanto tempo impiegherà per comprenderne i suoi elementi dissonanti. È come guardare Paolo Bonolis e negare che la sua comicità sia basata sull'insulto o sul grottesco.
Un esempio su tutti? Ad "Avanti un Altro" la pacca sul didietro, primo simbolo di molestia sessuale e violazione dell'identità corporea nel mondo del lavoro, viene ridimensionata a semplice "portafortuna" ed è addirittura incentivata, dal presentatore e dai concorrenti, all'atto dell'estrazione del premio.
In un frangente, oltretutto, succitata pratica viene eseguita sui glutei del giudice di gioco. Dopo l'estrazione, il giocatore ha ottenuto la somma più alta: Bonolis si piega al cospetto del gluteo del giudice e, tra l'ilarità generale, lo bacia.
Tutto questo durante la cosiddetta "fascia protetta": una fascia di autocontrollo dei contenuti, oltretutto, voluta dalla tv privata per eccellenza. In una fascia del genere viene proposto un comportamento "anomalo" sotto l'ilarità generale, dove né gli adulti né i bambini possono discernere, o vengono messi in una situazione di discernimento.
Un atteggiamento simile viene usato semplicemente a giustificazione di un discorso politico E sociale ormai spinto oltre ogni limite. È un segno dei tempi: *dovete* accettarlo. Cade la Balti, la Littizzetto esulta. È lapalissiano che sia così: la bruttina che si prende la rivincita godendo della sofferenza della bella. Un gioco innocuo che nasconde una crudeltà implicita di fondo ereditata da un sistema mai rinnovato, sempre donato.

Qualcuno potrà arguire come vi siano altri problemi al mondo. È di recente esposizione la tutela e l'istituzione dei diritti omosessuali, così come l'auspicio dell'introduzione del reato d'odio in caso di palese marca omofoba. Lungi da me voler negare questo giusto progresso, che invece auspico per una civile convivenza.
Desidero però condividere un nuovo adagio.
"Come potrò ridere domani, se oggi non riesco a sorridere?"
La nostra società, così com'è impostata, non è capace di rispondere alle esigenze del singolo neppure come standard previsto o prevedibile. Siamo viziati ogni giorno dai vizi altrui, che ci vengono imposti nella più subdola di ogni percezione umana.

Se non riusciamo a donare un'immagine positiva o a costruire una società civile attraverso dei semplici accorgimenti, come possiamo accontentare le richieste future?

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