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I più uguali

Leggendo qua e là tra i post di Facebook mi imbatto in questa notizia, condivisa da un mio amico evangelista:

http://m.newsbusters.org/blogs/noel-sheppard/2013/02/15/nbc-news-reporter-stops-returning-carnival-cruise-passenger-quoting-b

Una nave in difficoltà riesce ad attraccare dopo numerose peripezie. I passeggeri sono scossi, ma alcuni di loro hanno dimostrato una buona dose di coraggio restando calmi.
Una situazione del genere, tanto cara ai mass media, non sfugge all'inviato della NBC. In men che non si dica, si prepara a intervistare suddetti passeggeri con le classiche domande di rito. Una di queste sfocia però in qualcosa di imprevisto dalla tv liberale americana.

POTTER: You're not about to go back?
JENKINS: No, but one thing I do want to say that really made a huge difference in my time versus some other people’s time is we knew where hope was. We knew the Lord was in complete control of the situation. Our verse for the trip was Joshua 1:9 which is…

La reazione dell'intervistatore è spropositata, arriva addirittura a rimuovere il microfono di bocca, congedando il tutto con la più classica delle docce fredde e la più eloquente delle espressioni morte verso la telecamera. Come se Dio fosse una parola tabù, al pari di "n**ro" e "fr**io".

POTTER: Enjoy your trip home to Houston and enjoy that first warm shower and that warm meal.

Ovvio che il caso sopraccitato è un esempio americano. Molti di voi potrebbero pensare più alla distanza culturale tra la nostra e quella degli Stati Uniti. Analizzando l'episodio, purtroppo, ci rendiamo conto di quanto universale sia il disprezzo verso qualsiasi forma di pensiero, il più delle volte perpetrata dagli stessi promotori della libertà e dei diritti civili.

Non sono contro le avanguardie. Col tempo esse avanzano, sono nuove frange che superano vecchie concezioni. Un tempo si credeva in un unico Dio, ma all'epoca esisteva anche l'ideale di una sola popolazione. Col progredire del tempo e dei mezzi di comunicazione, si scopre che esistono tante versioni di "dio". Per qualcuno, esiste la comodità di non credere e di non teorizzare, confidando nella capacità (supposta) di superare gli sbagli umani, innata nell'uomo stesso. Nessuna di queste, a onor del vero, è sbagliata, perché partono da un assurto che, nel loro campo, le rende convincenti.
Così sono le avanguardie: partono da una cognizione per poi diffondersi, si ramificano lungo le venature del terreno arso e lo irrorano. Il rinvigorimento del pensiero e della filosofia è un elemento necessario per la crescita umana. Eppure quell'acqua, come l'acqua di tutti i fiumi che attraversano il nostro pianeta, ha origine da un'unica fonte, la quale a sua volta è figlia di un ciclo naturale che prevede un rinnovarsi dell'acqua che essa dona.

Come ho già detto, non sono contro le avanguardie. Sono contro l'assoluto che si pongono di essere: eterne, superiori, inconfutabili nel tempo. Soprattutto, nuove. E, in quanto tali, meritevoli di più rispetto.
Tutti sono capaci di citare la celebre frase dalla Fattoria degli Animali di G. Orwell: "tutti gli animali sono uguali, ma esistono animali più uguali degli altri". Tutti sono capaci di inserirla in un contesto dove tale significato è applicato. La si può dire, per esempio, di fronte alla corruzione imperante, alla politica dell'autoprivilegio, all'abuso di posizione dominante, al becero nepotismo e all'arrivismo. In pochi, però, riescono ad accettare l'universalità di un concetto: quella stessa frase può essere applicata al contrario.
Non c'è nulla di male nella rivendicazione di una dimensione laica dello Stato, così come è auspicabile una revisione civile dei diritti. L'attenzione dev'essere posta alla tutela delle vecchie e delle nuove frontiere, non a discapito l'uno dell'altra. Il paradosso è che, col tempo, le avanguardie dimentichino che la stessa sorte revisionista possa toccare a loro proprio dagli stessi figli che faranno crescere nel loro ambiente.
L'uomo è un animale insaziabile e mai soddisfatto, è un essere che prova emozioni costanti che lo portano in continua fuga dal logorio. Per quanto l'acqua sia cristallina, esisterà sempre quel fascino indiscreto della novità nei confronti del vecchio, come se possedesse un gusto nuovo nella pallida identicità. Non dimentichiamoci di quale concezione siamo figli e lavoriamo affinché entrambi i mondi possano essere accettati col più piccolo dei rumori, nel grande circolo dell'acqua della vita.

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"How will I laugh tomorrow..."

Cade la Balti, la Littizzetto esulta.
So che è tutto preparato/studiato a tavolino, ma non posso fare a meno di pensare che sia una donna estremamente complessata se, per ragioni di "comicità", debba ripiegare sulla caduta di una ragazza più bella di lei.

A volte mi domando quale sia il pubblico di riferimento e quanto tempo impiegherà per comprenderne i suoi elementi dissonanti. È come guardare Paolo Bonolis e negare che la sua comicità sia basata sull'insulto o sul grottesco.
Un esempio su tutti? Ad "Avanti un Altro" la pacca sul didietro, primo simbolo di molestia sessuale e violazione dell'identità corporea nel mondo del lavoro, viene ridimensionata a semplice "portafortuna" ed è addirittura incentivata, dal presentatore e dai concorrenti, all'atto dell'estrazione del premio.
In un frangente, oltretutto, succitata pratica viene eseguita sui glutei del giudice di gioco. Dopo l'estrazione, il giocatore ha ottenuto la somma più alta: Bonolis si piega al cospetto del gluteo del giudice e, tra l'ilarità generale, lo bacia.
Tutto questo durante la cosiddetta "fascia protetta": una fascia di autocontrollo dei contenuti, oltretutto, voluta dalla tv privata per eccellenza. In una fascia del genere viene proposto un comportamento "anomalo" sotto l'ilarità generale, dove né gli adulti né i bambini possono discernere, o vengono messi in una situazione di discernimento.
Un atteggiamento simile viene usato semplicemente a giustificazione di un discorso politico E sociale ormai spinto oltre ogni limite. È un segno dei tempi: *dovete* accettarlo. Cade la Balti, la Littizzetto esulta. È lapalissiano che sia così: la bruttina che si prende la rivincita godendo della sofferenza della bella. Un gioco innocuo che nasconde una crudeltà implicita di fondo ereditata da un sistema mai rinnovato, sempre donato.

Qualcuno potrà arguire come vi siano altri problemi al mondo. È di recente esposizione la tutela e l'istituzione dei diritti omosessuali, così come l'auspicio dell'introduzione del reato d'odio in caso di palese marca omofoba. Lungi da me voler negare questo giusto progresso, che invece auspico per una civile convivenza.
Desidero però condividere un nuovo adagio.
"Come potrò ridere domani, se oggi non riesco a sorridere?"
La nostra società, così com'è impostata, non è capace di rispondere alle esigenze del singolo neppure come standard previsto o prevedibile. Siamo viziati ogni giorno dai vizi altrui, che ci vengono imposti nella più subdola di ogni percezione umana.

Se non riusciamo a donare un'immagine positiva o a costruire una società civile attraverso dei semplici accorgimenti, come possiamo accontentare le richieste future?

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"Il faut cultiver notre jardin"

Pangloss talvolta diceva a Candido: «In questo migliore di mondi possibili, tutti i fatti son connessi tra loro. Tanto è vero che se voi non foste stato scacciato a gran calci nel sedere da un bel castello, per amore di madamigella Cunegonda, se non foste capitato sotto l'Inquisizione, se non aveste corso l'America a piedi, se non aveste infilzato il Barone, se non aveste perso tutte le pecore del bel paese di El Dorado, voi ora non sareste qui a mangiar cedri canditi e pistacchi.»

«Voi dite bene,» rispondeva Candido: «ma noi bisogna che lavoriamo il nostro orto.»

 

Viviamo in una società immersa nelle opinioni altrui, forzate per diventare nostre nell'arco di pochissimo tempo. Una volta si lottava per far valere il proprio diritto; adesso, complice la simultaneità dei mass media e la condivisione delle idee in contemporanea sui social network, si lotta per il diritto al silenzio. Per molti è più facile insultare chiunque non la pensi come gli altri, o scelga di non partecipare all'idea comune con gli stessi mezzi.

Il diritto di parola è stato sostituito dal dovere dell'insulto, della denigrazione e dello svilimento della figura sociale, qualunque dimensione essa stia occupando. Anche il più semplice degli appoggi a un'opinione dev'essere corredata dallo scherno o dall'applauso scrosciante, unici residui di dove sfocia la violenza repressa. Pezzo dopo pezzo, bisogna infrangere ogni certezza. Non c'è bene senza male, e male senza bene - i concetti, si sa, sono piuttosto relativi.

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