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#bouquetdiparole per San Valentino!

#bouquetdiparole per San Valentino!

A San Valentino non spendete soldi ma regalate #bouquetdiparole!

Come? è semplice.

Ne il Vino e le Viole (www.ilvinoeleviole.it) il sito in cui parlo di scrittura, testi e comunicazione (dalle poesia al colloquio di lavoro, per intenderci! :) ), io e la mia amica-socia Laura abbiamo deciso di lanciare un contest: regala un #bouquetdiparole!

Parole per far arrossire, per affascinare, per dichiarare un amore.

Parole per ammaliare, appassionare o semplicemente amare!

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Intervista a Simona, specialista di colloqui di lavoro in azienda!

(da www.ilvinoeleviole.it, intervista di Petra)

 

Buongiorno Simona, grazie per aver accettato di partecipare a questa intervista. Sarà utile ai lettori de il Vino e le Viole per capire meglio il lavoro del selezionatore del personale. Prima di iniziare, una domanda sul tuo stato d’animo: come ti senti all’idea di essere intervistata?

Direi innanzitutto “onorata” di essere stata scelta e poi curiosa di vedere cosa uscirà fuori.

Bene! Iniziamo!

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SMART WOMEN ITALY A ROMA: INNOVAZIONE, GENERE, TECNOLOGIE.

(Da un post di Helios su www.ilvinoeleviole.it)

Sono andata con Petra allo Smart Women Italy di Roma, evento organizzato dalle Girls Geek Dinners Bologna (in partnership con il gruppo di Roma) per promuovere la diffusione della cultura digitale in Italia attraverso le donne.

Perché attraverso le donne? Perché le donne sono abituate a fare network, e poi perché attraverso loro passa l’educazione delle nuove generazioni. Le tecnologie digitali, inoltre, rappresentano un’enorme opportunità, poiché attraverso il web, è possibile inventare nuovi lavori e nuovi modi di lavorare: la rete orizzontale di internet consente di scavalcare le gerarchie dei poteri consolidati. Non esiste più “io conosco quello che conosce quell’altro”; esistono invece dei luoghi virtuali in cui creare contatti indipendentemente dal proprio nome e dai propri “agganci”. Da questo punto di vista, le normali gerarchie di potere vengono ribaltate, e si aprono spazi del tutto inediti e inesplorati per nuove forze imprenditoriali. Non sarà certo un caso se le startup più innovative nascono sul web e sono fondate prevalentemente da giovani e donne (“categorie” normalmente escluse dai grandi consessi economici e politici).

Il web, però, crea anche possibilità di tipo nuovo per l’organizzazione dei ritmi di lavoro. Svincolando il concetto del lavoro produttivo da quello di una sede fissa fisica in cui svolgerlo, il web fa lavorare anche chi nei luoghi di lavoro si è sempre sentito solo un’ospite, oppure chi ha la necessità di conciliare cure familiari e lavoro e si ritrova impossibilitato a far carriera perché, magari, non può garantire dodici ore di presenza in ufficio.

La possibilità di rendere flessibili ed elastici i propri ritmi di lavoro, però, si scontra con un enorme rischio: l’isolamento. Proprio per evitare che il lavoro indipendente o da casa si trasformi in una nuova e rischiosa “casalinghità tecnologica” (il fantasioso termine è mio), queste donne propongono di fare rete, di entrare in contatto, in relazione, intrecciare esperienze e rapporti di lavoro per creare un network forte e strutturato. Da questo punto di vista, io credo che la rete debba essere “responsabile”, avere cioè una funzione programmatica forte: aiutare le energie a circolare – sì –  ma anche e soprattutto agire da collante tra i soggetti di questa rivoluzione, in modo che nessuna resti isolata e che le energie di tutte possano convogliare in una forte spinta al cambiamento.

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caro figlio mio...

Caro figlio mio,

Te scrivo ‘ste du’ righe che te siano da raccomannazione visto che mo sto a mori’.

Se fossi capace de ditte che so’ stati i tempi miei ... non so se so’ capace de trova’ le parole pe spiegamme. Me dispiace se a te non rimane niente se non ‘sta stanzetta nella casa condivisa co’ zio.

Io e papà tuo, figlio mio, abbiamo fatto ‘na vita de stenti. Siamo nati negli anni 80 del ‘900, siamo nati nell’epoca der niente: senza sogni, senza speranze, senza futuro. A noi 'n c’è rimasto che da piagne e de sbarca’ er lunario. E pensare che semo stati figli de ‘na borghesia benestante. Co’ nonno e nonna io – da regazzetta – me ne annavo a fa’ la settimana bianca. Una bella casa de proprietà, con le vacanze assicurate. Forse non te ne accorgevi te da regazzino, ma io pe’ fatte fa’ quei giorni in campeggio in tenda risparmiavo pe’ tre mesi prima. Io e papà a mala pena facevamo 2500 euro in due e tra spesa, tasse, mutuo e bollette ce rimaneva poco. Dunque io, bello de mamma, senti un po’ che facevo. Annavo a fa’ la spesa verso l’una e mezza/due, trattavo cor fruttivendolo e je dicevo: “e che me la voi fa’ paga’ a prezzo pieno?! È de quarta mano!”. E quello (che se voleva smalti’ la robba) ce stava… ha’ da vede se ce stava. La carne però de quarta mano non te la davo. Te compravo a te ‘na bistecchina bona dal macellaro (quello che prendeva i ticket de papà) ed io e papà pe’ integra’ de proteine se magnavamo i ceci o le lenticchie. E te ridevi, bello de mamma, “buona la ciccia!”, ci dicevi. E pure cor sacrificio, t’ho spedito fori da ‘sto paese de merda! Almeno quello, pe’ fortuna!

I tempi nostri so’ stati i tempi der berlusconismo, si te lo racconto quasi non ce se crede.

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Alessio Martorelli
è bellissima, veramente.
Mercoledì, 27 Febbraio 2013 17:42
federica lucantoni
Grazie alessio. Mi fa piacere ti sia piaciuta
Mercoledì, 27 Febbraio 2013 18:32
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Sempre più serviranno letterati e filosofi...

Sorridente

... non sviliamo la Facoltà di Lettere e Filosofia con la paura della disoccupazione.

Questo mondo gretto ha (ed avrà) bisogno proprio di noi: letterati e filosofi!

 

(Messaggio di positività immotivato! )

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Il venerdì è il venerdì

La verità è che il venerdì è il venerdì. Secondo me è anche più bello del sabato. Sì, è più bello perché c’è l’attesa.

L’attesa del fine settimana, del tempo libero. Si programmano le cose il venerdì. Pure se è nuvolo non importa. Pure se fa freddo, chissene frega.

Lascia sempre ben sperare il venerdì. Qualche volta è un'illusione il venerdì, qualche volta no.

Io al venerdì gli voglio dedicare un <3.

 

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Alessio Martorelli
il nostro nuovo sabato del villaggio! Viva il venerdi!
Venerdì, 22 Febbraio 2013 15:57
Francesca Chiusaroli
Saluti da Recanati
Venerdì, 22 Febbraio 2013 17:28
federica lucantoni
Alessio, ho pensato la stessa casa! saluti prof!
Venerdì, 22 Febbraio 2013 19:17
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"Scrivete!", ci esorta la Prof! "Sarà fatto!"

"Scrivete!", ci esorta la Prof

"Sarà fatto!", rispondo io! Ho una voglia di scrivere, cara Prof! Qui e sul sito sul quale già scrivevo prima di Torbloggata (parlo de il Vino e le Viole per chi non lo sapesse).

Scrivere perchè?

perchè è libertà

perchè è espressione del sentimento

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Silvia Lovati
Perché è più forte di me. http://epiufortedime.wordpress.com/... Leggi tutto
Domenica, 17 Febbraio 2013 15:27
federica lucantoni
Martedì, 19 Febbraio 2013 09:20
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"Morto un papa se ne fa un altro"...

... ma non è morto, è solo dimissionario.

E poichè di dimissionari per lavoro ne vedo parecchi, mi chiedo: avrà trovato un altro mestiere? Magari uno che più gli si addice. Forse l'attività da papa (da front-man e da "front-God") lo affaticava emotivamente e ha preferito starsene per conto suo.

Ma, al di là di Mr Ratzinger, la mia era più una riflessione lavorativa: è giusto castrarsi con un lavoro sbagliato e che proprio non fa per noi?
C'è la crisi, lo sappiamo, il lavoro è quello che è ma... è giusto farsi snaturare?

Io ho qualche dubbio. Voi che dite?

Recente commento in questo post
Enrica Antonini
Don't be choosy! Ti direbbe la cara Fornero. Io sono d'accordo con te, nel senso che ho i miei dubbi che sia una cosa GIUSTA. Pen... Leggi tutto
Lunedì, 18 Febbraio 2013 12:17
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Uno sguardo indietro e uno un po' più in là

Da dove iniziare? Da questa iconcina che mi spunta sulla sinistra, "si inizia!", cita.

Vorrei usare mille premesse d'accompagno a questo post, ma credo sarebbero inutili e forse riduttive. Mi piace l'idea di farmi leggere e di leggervi e, quindi, di farmi conoscere e di conoscervi.

Ho dato un'occhiata a quello che avete scritto e mi siete sembrati tutti belli, tutti presi dal blog e dalla vita. Mi ha colpito il post di Jamila che è quasi al termine del ciclo più importante della vita: la laurea, quella simbolica zatterina che ci traghetta verso la vita "non studentesca".

Ci si sente in bilico senza più un terreno palpabile sotto i piedi. "Cosa diavolo sono? ancora uno studente o qualcos'altro?". Non può che sopraggiungere una leggera - e fisiologica - paura. Quale sarà il nuovo terreno sul quale poggerò? Cosa mi parrà quotidiano e cosa no? Quali odori mi saranno nuovamente familiari e quali visi e quali voci?

Un bel fritto misto di nostalgia e paura del domani. Nulla di più reale, nulla di più eccitante.

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Quaranta Jamila
Grazie Federica, "Un sguardo indietro e uno un po' più in là" sarà la mia nuova filosofia di vita! ... Leggi tutto
Mercoledì, 13 Febbraio 2013 22:39
federica lucantoni
che bello! Cmq davvero, goditi questo momento!!
Giovedì, 14 Febbraio 2013 22:49
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