Oggi ho sostenuto due esami per i quali avevo studiato parecchio, e non ne ho superato neanche uno.
Ma non è questo il problema. O meglio, non solo.
Non potrò sostenere questi due esami al secondo appello, perché il professore in questione (caso unico in tutto il corso di laurea) ha deciso di applicare la legge del salto d'appello. E va bene. Non me la prendo nemmeno per questo. Ne ha facoltà.
Me la prendo per il fatto che, se avessi superato uno dei due esami, allora sì che avrei avuto accesso al secondo appello.
Ma me la prendo perché, al suddetto secondo appello, avrei dovuto risostenere anche l'esame che avevo superato.
E me la prendo perché, se avessi preso 30 e Lode ad uno dei due esami, ma zero all'altro, avrei comunque dovuto risostenere entrambi.
Me la prendo anche perché, in mancanza (ipotesi) di due ore di frequenza alle lezioni il docente impedisce agli studenti di fare l'esame. Tuttavia gli è sufficiente che, nell'anno accademico successivo, questi studenti recuperino queste due ore, che ne so, alla prima lezione, per essere a posto. Con la differenza che è passato un anno di università nel frattempo. Dunque NON è una questione di contenuti, non si tratta di completezza di informazioni e di nozioni che si otterrebbe seguendo almeno il 60% delle lezioni. Si tratta solo di pedanteria.
Tutto questo nel silenzio di chi permette che tutto questo accada, e che questo gioco a quiz simile a un pre-serale di Mediaset vada in scena.
E non provate a prendervela con noi studenti, perché sapete tutti, perfettamente, cosa può succedere agli studenti che danno fastidio prima di aver fatto l'esame.
Anno domini 2013.
Succede a Tor Vergata.