Beppe Grillo è stato l'unico capace, in una campagna elettorale fatta di conventions condite da truppe cammellate, di riportare entusiasmo per la politica: vedere le piazze di molte città importanti frequentate da un grande numero di persone non è altro che la dimostrazione che, quando ci sono passione e genuinità, la politica è vissuta intensamente dagli stessi cittadini.
Ma entusiasmo e genuinità bastano per governare un paese?
Sappiamo bene quanto sia difficile saper far funzionare la macchina pubblica e quanto sia quasi proibitivo farlo senza delle precise competenze, ergo siamo sicuri di poterci affidare a dei ragazzi, bravi, onesti, puliti, ma sostanzialmente poco capaci?
Qualcuno dirà che per ovviare a queste lacune ci sono delle strutture costituite ad hoc presso ogni istituzione...sì, verissimo, ma sappiamo anche, in un processo dialettico ideale-reale, che il c.d. personale ausiliare amministrativo è spesso il peggior nemico di qualsiasi politico.
Mi sono sempre risposto che comunque un tentativo potesse essere fatto e che sbagliassi a voler porre certe precondizioni come necessarie: magari, semplicemente, le cose potrebbero andare in un altro modo.
Con gioia, fino a poco fa, già immaginavo il mio voto ai 5 stelle, a candidati finalmente nuovi, disinteressati a perseguire, per lo meno nelle intenzioni, interessi personali, incensurati, anche un po' incompetenti, ma mi dicevo che la cosa potesse essere sanata.
Inoltre ho sempre seguito con passione i vari programmi del movimento di Grillo e mi sono sempre sentito in accordo con buona parte dei punti trattatati: in realtà non ho mai digerito questo eccesso di tutela ambientale, non perché sia contro tout court, ma in quanto irrealizzabile, in quei termini, con un sistema economico come il nostro.
Poi il buio.
Di colpo anche le prospettive politiche del M5S sono alterate o si sono comunque concentrate fortemente su priorità che prima non c'erano o erano marginali.
Ad esempio non mi aspettavo che si potesse parlare di pubblicizzazione di tutte le banche dopo lo scandalo MPS, di reato di strage per danni sensibili e diffusi causati dalle politiche locali dopo il caso ILVA, blocco delle grandi opere dopo le proteste dei NO TAV; insomma non mi aspettavo che il M5S reagisse ai fatti di cronaca con lo stesso meccanismo dei partiti tradizionali, pronti a rendersi immediati portavoce di risentimenti temporanei per cercare di spillare qualche voto in più.
Il problema in tutto ciò riguarda le soluzioni prospettate, spesso radicalissime, insostenibili per qualsiasi altro partito costituito da elettori di estrazione composita, tali per cui si crea un meccanismo di dipendenza stretta con le parti più insofferenti degli interessati da determinate politiche.
Questo disegno di rincorsa all'estremismo ha così snaturato il programma iniziale del M5S che non prevedeva, ad esempio, una presenza così massiccia dello stato nell'economia ed una reazione di matrice prettamente penalistica a situazioni spiacevoli di interesse generale.
Insomma ormai il programma grillino spazia su fronti così vari e teoricamente inconciliabili tra loro, da farmi tornare provocatoriamente alla memoria il programma dei Sansepolcristi del 1919.
Il disprezzo per le istituzioni e la crisi economica ci sono anche in questo caso. Chissà come andrà a finire.
Marco Maria Cellini
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