Di Alessio Rischia su Martedì, 19 Febbraio 2013
Categoria: Si inizia!

Tutti lì a misurarsi il Grillo!

Premesso che questo articolo non vada a favore di Grillo o del Movimento 5 stelle, è una semplice riflessione del fenomeno, dei pregi e difetti del Movimento e di come sta cambiando, finalmente direi, la politica nel nostro paese. Inanzitutto bisogna ricordarsi di una cosa non poco importante, il Movimento a soli tre anni dalla sua fondazione, avvenuta il 4 ottobre 2009, si appresta a configurarsi come il terzo, se non il secondo, "partito" d'Italia (d'ora in poi lo definiremo "partito" solo per facilità di linguaggio). Da cosa è dipeso questo enorme successo, se è davvero un movimento populista e demagogo e quali sono i problemi di democrazia interna al partito, sono i punti che vorrei sviscerare per benino. Per primo, il successo del M5S non è dovuto esclusivamente alla mancanza di credibilità ed alla progressiva perdita delle ideologie politiche da parte dei partiti tradizionali, oltre che ad una incompetenza politica (mi riferisco a Bersani, l'eterno indeciso, ed una sinistra sempre troppo attendista) ma anche e soprattutto all'attivismo politico sul territorio ed all'intraprendenza dei cosìdetti "grillini". Difatto, mentre gli altri leader politici si esibiscono tutti i gorni in straordinari balletti e voli pindarici, da un canale all'altro, seduti comodamente su una poltrona di un Talk show televisivo, Grillo con il suo camper, "Dall' Alpe a Sicilia" riempie le piazze di mezza Italia. Ovviamente non si trattano solamente di futuri o possibili elettori, molti sono curiosi che comunque hanno voglia di scendere in piazza e partecipare. Sì, è proprio questo il grande potere di Grillo e del M5S, la partecipazione, sia positiva che negativa, sia nelle piazze che nel web. Il fenomeno Grillo in soli tre anni di attività politica ha smosso e sconquassato gli animi, ha fatto riaffacciare migliaia di persone alla politica, ma soprattutto, ha dato dinamismo ad una politica completamente statica da oltre vent'anni! - "Erano quindici anni che non andavo a votare, quest'anno ci andrò" - cittadino in piazza durante un comizio di Beppe. Naturalmente non è tutto rosa e fiori da quelle parti, basti pensare alla recente attività del neosindaco Pizzarotti di Parma, il quale, dopo una campagna elettorale alli'insegna della battaglia anti-inceneritore, si è dovuto scontrare con la realtà, non riuscendo a sequestrare il suddetto inceneritore, a monte di una penale troppo alta per un comune estremamente indebitato come Parma, ha dovuto ripiegare a politiche di austerità di Montiana fattura. -"E' bello sentire la voce della verità, il grillo, ma tra quello che dice oggi e quello che farà domani..."- donna intervistata durante un comizio. Ma è davvero un "partito" populista? Grillo è davvero un demagogo? Per capire meglio cosa volessero dire questi due termini, estremamente abusati da tutti i leader politici, sono andato a ricercarli sull'enciclopedia Treccani. Demagogia: "La pratica politica tendente ad ottenere il consenso delle masse, lusingando le loro aspirazioni, soprattutto economiche, con promesse difficilmente realizzabili". Non so per quale motivo, ma leggendo questa definizione mi è venuto subito in mente un uomo, ma non è Grillo il quale, più volte durante i suoi comizi ha sottolineato di non essere in grado di rispettare le enormi aspettative createsi intorno al Movimento, no, mi viene in mente qualcun'altro che ha recentemente promesso quattro milioni di posti di lavoro, praticamente ci saranno più posti di lavoro che disoccupati, che promise il ponte sullo stretto e la fine dei lavori sulla Salerno-ReggioCalabria. Insomma, i demagoghi in Italia sono altri, non certamente Grillo. Populismo: "Tali movimenti presentano alcuni tratti comuni, rappresentazione idealizzata del popolo [...] in contrapposizione con i difetti e la corruzione delle èlite. [...] Svaluta procedure della democrazia rappresentativa, privilegiando modalità di tipo plebiscitario [...] e di nuovi leader carismatici [...]. Questa definizione si accosta decisamente di più alla figura del comico e del suo movimento. Per l'esperienza di quest'ultimi vent'anni io tenderei a non fidarmi ai personalismi dei "leader carismatici", tuttavia così come Grillo abbiamo Vendola, oltre che al già citato Berlusconi (come se non si fosse capito più sopra). In effetti ho deciso di non fidarmi di nessun ottimo oratore, in quanto molto spesso tende a catalizzare il potere nella propria persona. In questo il PD è quindi sicuramente avvantaggiato, Bersani non è assolutamente paragonabile, sotto questo aspetto, agli altri leader, in più dietro alla macchina PD vi sono migliaia e migliaia di militanti di tutte le età. Però vi sono due aspetti nel M5S che ai molti sembra sfuggire, Grillo non si candita, più volte si è definito un "megafono" del movimento neonato, un aratro mediante il quale gli attivisti possano seminare le proprie idee e campagne. In questo senso, tutto ciò che dice Grillo, in maniera provocatoria e spesso anche violenta, sono idee ed opinioni di un cittadino come tanti, non di un politico. Se Grillo dice di voler chiudere La7 è certamente sbagliato, ma rimane un opinione di un comico, se lo dice Berlusconi di voler chiudere un canale, lì mi spavento, perchè di solito ci riesce (cacciata di Montanelli, Biagi, Santoro, Luzzatti). Il secondo aspetto è la distinzione netta tra comunicazione e contenuti. Populista è infatti la comunicazione, lo stile il linguaggio del grillo parlante, non certo i contenuti, anzi, Beppe è persino troppo pretenzioso rispetto alla partecipazione dei cittadini alla vita politica. Più volte Grillo ha detto di non volere il voto di un cittadino che "delega al movimento e resta a guardare", egli vuole la piena partecipazione, non solo via web ma anche sul territorio, nelle piazze per la raccolta firme ed altre iniziative. Da qui si apre il "clamoroso" problema della democrazia del M5S. Su Facebook ultimamente, sono circolate le foto dei manifesti elettorali del Movimento e del partito Nazista, devo dire che le somiglianze sono molte e davvero inquietanti, ma fortunatamente il movimento è ben tutt'altra cosa. Tra i suoi pregi vi è sicuramente l'essere riusciti a convogliare forze negative e di protesta in un movimento che è lungi dall'essere L'alba d'orata greca o l'estrema destra di Le Penn, anzi, direi che ha evitato la diffusione di questi nazionalismi nostalgici. Bisogna dire che Grillo non è esente da cazzate, ne dice anche lui e tante, molte delle quali sono battute mal riuscite. Ricordo le proteste degli antifascisti durante un suo comizio ai quali ribadì la morte di queste ideologie, rispondendo inoltre con un secco: "non mi compete essere antifascista", strano io ho sempre pensato che ci competesse. Comunque è anche vero che di norma i giornali, politicizzati, le cazzate di Beppe le mettono ben in risalto, Grillo sui giornali o telegiornali ci finisce solo quando dice una cazzata, mentre non commentano il fatto che sia stato l'unico ad andare dai minatori del Sulcis, ad aver dato voce ai No Tav, insomma a scendere in strada e parlare con la gente, una cosa che la nostra politica sembra aver perso preferendo i salotti Tv. Il caso della democrazia interna del movimento si aprì con l'espulsione di Giovanni Favia dal movimento, mediante il blog di Grillo. Premettendo che non è per nulla simpatico e giusto espellere una persona da un partito con due righe su un post, è anche vero che tale espulsione è giustificata dal fatto che il movimento ha il suo statuto e le sue regole, se si contravvengono si rischia l'espulsione, così come in ogni altro partito. Inoltre sentire critiche sulla democrazia interna del movimento da partiti come il PDL fa davvero ridere, anzi, piangere. Vorrei far presente inoltre due episodi avvenuti recentemente, un contestatore linciato durante la convention del PDL a Milano e un cittadino, sempre a Milano, cacciato da Piazza del Duomo da tre anziani militanti del PD solo per avere una spilletta del M5S sul cappello; forse non è il Movimento 5 stelle ad avere problemi di democrazia interna, forse siamo noi italiani ad averlo. Di pecche il movimento ne ha certamente, a cominciare da un programma politico piuttosto scarno ad una gerarchizzazione che vede Grillo e Casaleggio i "gestori" del tutto, ma ricordiamoci che ha solo tre anni di vita, che ha fatto successo troppo velocemente ritrovandosi dall'essere un partito a livello locale a terza, forse seconda forza politica del paese. Eppure in soli tre anni, senza neanche entrare in parlamento, il movimento ha già cambiato la politica nel nostro paese, una politica in totale stagnazione, dalle primarie e parlamentarie del PD, al via libera alle liste pulite, tutte proposte che Grillo faceva molto tempo prima della fondazione del M5S e che solo oggi i partiti accolgono, forse per paura. In sostanza oggi i partiti fanno a gara per "rinnovarsi", trovare nuove alleanze, alcune molto improbabili altre storiche, saltano da un canale all'altro delle televisioni e fanno promesse spesso fantascientifiche, insomma, per le elezioni 2013, tutti  lì a misurarsi il grillo!

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