Di Veronica Adriani su Martedì, 19 Febbraio 2013
Categoria: Si inizia!

Parolemania (ovvero nuove sfide tecnologiche a colpi di congiuntivo)

Chiunque di voi abbia uno smartphone lo sa: da qualche tempo è entrata a far parte del mondo digitale una nuova applicazione. Segni inequivocabili della follia che si cela dietro la medesima, sono: schiena curva sullo schermo, dita che si muovono velocissime in verticale, orizzontale, diagonale - e, a volte, anche in tondo - sguardo fisso e labbra serrate. Quella che si svolge su quello che una volta era un semplice telefono è una sfida all’ultimo sangue. Amici per la pelle si tolgono la parola, perfetti sconosciuti incontrati al momento diventano nemici mortali, la partita ha inizio, e chi la vince pubblica un nuovo achievement su Facebook. Sono i nuovi schiavi delle parole: giocatori incalliti di Ruzzle.

Tanto successo ha avuto l’applicazione che è nata presto una sua copia su Facebook: Zuffle (un po' come se per contratto questi giochi non potessero contenere nel nome più di sei lettere). Il meccanismo è lo stesso: chi fa più punti trovando più parole, vince. Le lettere hanno un valore, in modo tale che nel conteggio finale una V valga più di una più comune O, come succede nel tradizionale Scarabeo. I trucchi che permettono di totalizzare punteggi impressionanti barando alle spalle dell’avversario impazzano, segno che la popolare app ha ormai preso piede in modo dilagante.

Eppure, tra i giocatori più incalliti, c’è chi non conosce l’antenato di Ruzzle, quello con cui - personalmente - ho passato tante giornate della mia vita, fra dadini colorati e clessidre impietose, tenendo sempre a portata di mano un fido dizionario che sancisse inequivocabilmente le parole che si potevano e non si potevano ammettere. Glorioso reperto dei tempi che furono (e che nel mio caso, ammetto, sono ancora), era il Paroliere, quel Ruzzle / Zuffle / non so cosa, vagamente old style ma perfettamente funzionante per passare una serata con gli amici o mettere su una piccola sfida casalinga a colpi di congiuntivo.

Una preziosa testimonianza fotografica, qui sotto. Fido Paroliere, R.I.P.

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