Impressiona la rapidità con cui un hashtag che invita alla scrittura conquista gli utenti di Twitter. In pochi minuti molti testi sono prodotti e prendono a girare, allargando rapidamente la cerchia dei lettori e degli scrittori: un happening.
Ieri è stato il caso di #cappottinorosso, prima era stato per #1libroin1twit – e naturalmente, con gradi diversi di impegno e di durata, #lunafalò e #leucò (e bisogna dire che anche #scritturebrevi sta dando luogo ad una bella collezione di microstorie, individuali e collettive, e anche a paratesti e commenti).

Il processo può facilmente comportare modifiche inattese di direzione e composizioni da connessioni impreviste, segno dell’infinita corrente della riscrittura.
Per #cappottinorosso vi è anche da segnalare l’interessante effetto divisivo generato dall’ambiguità semantica della terminologia legata all’orrore, elemento che mette in evidenza la centralità della lettura (interpretazione).

La struttura a rete di Twitter, particolarmente per le relazioni non coincidenti di following e follower di ciascun utente (non vi è una comunità unica ma sono tanti microuniversi diversamente interrelati), comporta l’espansione non lineare, incrociata, contaminazioni e ritagli, completamenti e intersezioni, reinterpretazioni eventualmente non più dalla prima fonte, ma dalla più recente, o intermedia, una deriva della creazione.

Carattere peculiare dell’hashtag come strumento è di declinarsi ormai non soltanto come “argomento” (il topic ) ma anche come occasione esegetica (comment), poiché l’”aggancio” all’evento compositivo spesso si concretizza sul piano della “annotazione” meta-testuale, di una riflessione sull’operazione complessiva o sulla singola esecuzione.

L’abbinamento tra mezzo social e scrittura creativa favorisce l’istituzione di legami interni ed esterni ai testi e testualità nuove.
Sul piano dei linguaggi e del dibattito sui linguaggi (rispondendo a una sollecitazione di Isolaria Pacifico) è interessante seguire tali sentieri della scrittura e della lettura (“scritture brevi” fa questo) recuperando trafile, ricomponendo nessi, osservando insomma nel processo letterario un’espressione particolare dell’interazione, e il farsi continuo della lingua.

Come per la lingua, il sistema si anima nella condivisione.
Saranno tante storie o una?
E l’iniziativa è organizzata o spontanea?
Basta incrociare un amico e non è più necessario saperlo: nel mare della creazione ci si tuffa con fiducia.

Il contesto collettivo funziona da argine e da limite, ma allo stesso tempo rafforza la deriva della creazione ampliando gli spazi di realizzazione a partire dalle individuali competenze.

Il sistema è il punto di partenza e di arrivo, il contributo di ognuno diventa di tutti e il prodotto avrà un effetto nell’universo collettivo delle conoscenze.
Come nella lingua, la competenza genera atti di parola, ma anche rigenera il sistema.

C’è molta ispirazione e c’è molto spazio di libertà nella rete dei rapporti.

Dove ho letto che Twitter è un piedistallo o un trampolino?

Francesca Chiusaroli, Scritture Brevi
25 maggio 2013