Pangloss talvolta diceva a Candido: «In questo migliore di mondi possibili, tutti i fatti son connessi tra loro. Tanto è vero che se voi non foste stato scacciato a gran calci nel sedere da un bel castello, per amore di madamigella Cunegonda, se non foste capitato sotto l'Inquisizione, se non aveste corso l'America a piedi, se non aveste infilzato il Barone, se non aveste perso tutte le pecore del bel paese di El Dorado, voi ora non sareste qui a mangiar cedri canditi e pistacchi.»
«Voi dite bene,» rispondeva Candido: «ma noi bisogna che lavoriamo il nostro orto.»
Viviamo in una società immersa nelle opinioni altrui, forzate per diventare nostre nell'arco di pochissimo tempo. Una volta si lottava per far valere il proprio diritto; adesso, complice la simultaneità dei mass media e la condivisione delle idee in contemporanea sui social network, si lotta per il diritto al silenzio. Per molti è più facile insultare chiunque non la pensi come gli altri, o scelga di non partecipare all'idea comune con gli stessi mezzi.
Il diritto di parola è stato sostituito dal dovere dell'insulto, della denigrazione e dello svilimento della figura sociale, qualunque dimensione essa stia occupando. Anche il più semplice degli appoggi a un'opinione dev'essere corredata dallo scherno o dall'applauso scrosciante, unici residui di dove sfocia la violenza repressa. Pezzo dopo pezzo, bisogna infrangere ogni certezza. Non c'è bene senza male, e male senza bene - i concetti, si sa, sono piuttosto relativi.
Se non sei con loro, sarai per forza contro di loro. Tanti saluti al tuo sogno di socializzazione se non accetti le loro visioni, oppure osi provare una visione imparziale e scevra del fattore umano. In una società come questa, dove tutti sono dispersi, bisogna adeguarsi alle verità che ci vengono inculcate - qualunque sia la fazione dalla quale essi provengono.
Da quanto tempo, dunque, non coltiviamo più il nostro orto? Da quanto tempo non lasciamo che le nostre idee crescere, maturare, e cadere per arricchire il terreno sterile dell'inverno delle parole?