Di Alessio Rischia su Mercoledì, 17 Aprile 2013
Categoria: Si inizia!

Bivio PD: rinnovamento all'acqua di rosa

Sono diversi mesi ormai che il pd cerca di cavalcare l'onda del “rinnovamento” del partito, strizzando l'occhio al movimento 5 stelle e menandocelo in tutti i modi possibili, con risultati più o meno apprezzabili: dalle bellissime primarie alle “buffonarie” (Grillo dixit), dall'elezione di Pietro Grasso, alla ben più apprezzabile elezione alla camera della Boldrini; per gli 8 punti del programma meglio stendere un velo pietoso e passare oltre.

Un percorso di rinnovamento fatto di alti e bassi per il pd, cambiare nelle apparenze e non nella sostanza. Ora, dopo il palo in faccia preso da Bersani dal movimento 5 stelle fino ad oggi le alternative erano due: o il “mega inciucio” con il nemico di sempre B. oppure le elezioni anticipate. Naturalmente questo “non voler mollare la poltrona che si è appena occupata” ha portato essenzialmente alla “reniunion” con Berlusconi.

Sempre appostato dietro un angolo come il gufo del malaugurio, pronto ad intervenire, terrorizzato da una possibile alleanza pd-5stelle che lo manderebbe in pensione prima del tempo: ovvero prima di aver compiuto il centoundicesimo compleanno. Un' idea ben più spaventevole se a questa si aggiunge il terrore dei processimo imminenti, ai quali ovviamente vorrebbe presiedere di persona, addirittura, ma ai quali purtroppo, per i suoi molteplici impegni politici e…calcistici, ne è leggittimamente impedito.

(Vorrei che qualcuno mi spiegasse perchè continuano a chiamarlo “presidente”, presidente di che, del Milan?).

 
 

Ieri sera però, Grillo sembra aver teso una mano inaspettata a Bersani: ”Voti Gabanelli [...] potrebbe essere il primo passo per trovare una convergenza“. E qualora la giornalista di Report, che comunque non ha ancora dato la sua disponibilità, non dovesse andar bene, Grillo apre la possibilità Rodotà: “Deve essere votato, è un nome spendibile per la sinistra”.

E' abbastanza chiaro che il M5S stia giocando all'amante difficile con il pd, prima non vuole accordi poi ci pensa su, ma adesso la palla del gioco passa totalmente nelle mani di Bersani. A questo punto però il pd si trova spaccato, da una parte i 5stelle dall'altra Berlusconi che preme per la candidatura di Amato e del ben più amato D'alema.

Naturalmente un eventuale elezione di Amato o D'alema porterebbe ad un governo di larga coalizione pd-pdl, al baricarsi in parlamente tentando di rianimare e lasciare in vita il più possibile la vecchia politica, sarebbe uno di quegli autogoal clamorosi che porterebbe alle prossime elezioni il M5S al 99,9%, un nostalgico c'è sempre.

Se il pd vuole rinnovarsi veramente, questa è la sua occasione, altrimenti sarà la solita promessa di cambiamento all'acqua di rosa che ha caratterizzato questi ultimi vent'anni di nulla.

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